Fondi comuni, più spazio ai promotori finanziari

Molto dipende dai pf e dagli istituzionali. Il mercato dei fondi comuni, che sul fronte dell’investimento diretto delle famiglie recupererà più lentamente, potrà trovare una fonte di maggiore crescita nel mercato degli investitori istituzionali. Lo si legge sul rapporto a cura di Gfk Eurisko e Prometeria, presentato nel corso del Salone del Risparmio a Milano.

I prodotti gestiti, si apprende dal rapporto, sono risultati ancora una volta penalizzati nel 2011. Colpa della fragilità della domanda delle famiglie, in un quadro all’interno del quale la correzione dei mercati e la crisi del debito pubblico hanno contribuito a un aumento dell’avversione al rischio e a una preferenza più netta per la liquidità. Ma un peso, si legge sempre sul documento, lo hanno avuto anche le banche, che con le loro politiche di offerta hanno confermato la relazione tra le dinamiche del mercato e le necessità degli istituti di trovare risorse. Insomma, di fare funding.

I deflussi, però, sono risultati ampiamente al di sotto del livello registrato nel 2008 e hanno toccato in maniera contenuta le asset class azionarie, indicando una minore disponibilità della clientela a effettuare importanti spostamenti e rimaneggiamenti sul portafoglio in scia a movimenti di mercato di breve periodo. La domanda di fondi comuni sarà ancora debole nel 2012, comunica la nota dell’osservatorio sui risparmi delle famiglie. Un ritorno alla crescita è previsto per il prossimo anno. “In termini di evoluzione degli stock”, scrivono poi gli esperti, “il mercato del risparmio gestito (fondi comuni e gestioni patrimoniali) potrebbe riportarsi in crescita nel 2012” con un tasso attorno al 3,5% “ed evidenziare una dinamica più vivace, compresa tra il 6 e il 7%, nel prossimo biennio, portandosi intorno agli 885 miliardi di euro alla fine del 2014”.

Davanti ai promotori finanziari si apre in questa cornice una strada di opportunità: nello scenario di previsione, anticipa la nota, “la distribuzione bancaria potrà tornare positiva a partire dal 2013”, quando si rilasseranno le condizioni di finanziamento delle banche, ma il contributo della distribuzione bancaria rimarrà debole; questa debolezza si assocerà a una crescita delle quote di mercato delle reti dei pf e del canale istituzionale (assicurazioni e fondi pensione). Alla fine, la distribuzione bancaria rappresenterà un terzo del mercato complessivo. Ai promotori finanziari dovrebbe andare il 16,5%. Più della metà probabilmente sarà del canale istituzionale. E forse, già nel 2013.

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