F. Templeton: un italiano su tre investirebbe sul proprio Paese

Nel breve termine gli investitori internazionali rimangono prudenti preferendo posizioni difensive e investimenti nell’ambito dei mercati domestici mentre il sentiment si modifica quando la prospettiva diventa di lungo termine. Inoltre le aspettative per i prossimi cinque anni sia gli investimenti azionari che obbligazionari nei Paesi emergenti offriranno rendimenti maggiori di quelli dei Paesi sviluppati. È questo il risultato dell’annuale indagine globale svolta da Franklin Templeton sul sentiment degli investitori, che ha evidenziato come il 44% degli intervistati a livello mondiale si aspetti nel 2012 un tasso di rendimento sui propri investimenti del 5% o maggiore.

Allo stesso modo, quando si considera solo l’investimento azionario, il 40% degli intervistati è convinto di poter ottenere quest’anno un ritorno sui propri investimenti pari al 5% o maggiore. La fiducia aumenta si considera un orizzonte temporale di 10 anni, con il 50% degli intervistati che si attende anticipa lo stesso livello di ritorni positivi su base annua. In anticipo rispetto allo scorso anno, la Franklin Templeton Global Investor Sentiment Survey è stata condotta su un campione di oltre 20mila intervistati in 19 Paesi, che rappresentano il 70% del Pil mondiale.

“L’incertezza globale continua a influenzare le intenzioni degli investitori e rafforza il bisogno di adottare un piano d’investimenti ben diversificato e un adeguato sistema di risk management”, afferma Greg Johnson, presidente e ceo di Franklin Templeton Investments. “In quest’ambito riteniamo che i consulenti finanziari possano svolgere un ruolo fondamentale attraverso la valorizzazione presso gli investitori della propria esperienza e consulenza.”

Nel dettaglio per quanto riguarda l’Italia, il pessimismo degli investitori può essere osservato in riferimento sia all’economia domestica che globale: circa l’80% degli intervistati in Italia ritiene, infatti, che in entrambi i casi la situazione sia peggiorata rispetto allo scorso anno. Tale visione pessimistica si conferma anche guardando al futuro, con il 58% degli investitori che dichiara di avere una previsione pessimistica o molto pessimistica sull’economia nazionale per i prossimi tre anni, mentre solo il 17% ha espresso una visione ottimistica. In linea con questi dati, il 37% degli intervistati in Italia si aspetta dai propri investimenti un rendimento negativo dal -5% al -25% nell’attuale contesto di mercato, mentre solo il 23% si attende un rendimento annuale superiore al 5%.

La metà degli intervistati in Italia adotterebbe quindi una strategia d’investimento più prudente e solo il 14% vorrebbe adottare un approccio più aggressivo. Allo stesso tempo, il 43% degli investitori italiani ha visto aumentare la propria avversione al rischio negli ultimi anni ma un 39% sostiene di essere diventato meno avverso al rischio. Nonostante questo diffuso pessimismo sull’attuale stato dell’economia italiana, il 33% degli intervistati potendo scegliere un’area geografica su cui investire opterebbe proprio per l’Italia, seguita dall’Asia che verrebbe scelta dal 20% degli investitori. Tuttavia, il 31% degli investitori ritiene che l’anno prossimo sarà proprio l’Asia a offrire i migliori rendimenti, seguita dall’Italia su cui punterebbe un 15% degli intervistati e dagli USA/Canada scelti dall’13%.

Di fronte alla scelta fra investimenti azionari o obbligazionari per i prossimi 5 anni, il 57% delle risposte in Italia si orienta verso i mercati emergenti come la migliore opzione con un rendimento del 5% o più. Il 39% preferisce piuttosto i mercati di frontiera per ottenere gli stessi risultati. Nonostante gli investitori italiani focalizzino le strategie di investimento sul proprio Paese o regione, hanno dimostrato il desiderio di aumentare gradualmente i loro investimenti al di fuori dei confini nazionali nei prossimi 10 anni. Attualmente, il 31% degli italiani investono il 21% o oltre al di fuori del proprio mercato locale. Questo numero sale al 42% se si considera un orizzonte temporale di 10 anni per i loro portafogli.

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