Vontobel ne canta due alle agenzie di rating

TASSE FISCALI E MORALI – Ci sono Paesi, come la Svizzera, dove l’efficientamento (esteriore) è a livelli sopraffini, di spreco direi, e “Paesi, come l’Italia, dove ci sono ampi margini di miglioramento e la lotta quotidiana di ogni cittadino con un sistema che non va è quasi eroica. Non se ne può più – almeno io di certo – di grigie teorie e cupe previsioni, di tasse fiscali da pagare e tasse morali da sopportare. Vi faccio io un quadro sintetico: la Merkel ha rotto”. A scrivere è Francesco Tarabini Castellani, country head per l’Italia di Vontobel, che fa un quadro della situazione macroeconomica europea alla vigilia delle vacanze estive.

SACRIFICI INAUDITI – “Scusate, non voglio fare il Beppe Grillo della situazione, ma non si può essere ‘cornuti e mazziati’. Non è possibile che un popolo tolleri sacrifici inauditi – che, intendiamoci, prima o poi andavano fatti – e l’opinione pubblica internazionale sia influenzata da pochi soggetti che pur di affermare una non ben definita superiorità morale – il pareggio di bilancio, mentre il debito rappresenta il Male – non hanno riconoscimento e rispetto per i fondamentali progressi sociali pagati con grandi sacrifici”.

AGENZIE DI RATING – “E per dirla tutta, nonostante negli ultimi tempi mi fossi sforzato di sottolineare l’utilità delle agenzie di rating, il declassamento dell’Italia senza alcuna vera motivazione – vogliamo prenderci in giro tutti, sottolineando le difficoltà della ripresa economica e il livello di disoccupazione in Italia, quando Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone, tre dei principali “safe heaven” finanziari mondiali di oggi hanno un indebitamento privato rispettivamente del 300, 350 e 400% – se non quella tra le righe dello spauracchio del ritorno del Cavaliere, mi ha fatto letteralmente saltare i nervi. L’Italia si sacrifica in nome del nuovo leitmotif “Schuldenbremse” tedesco (freno all’indebitamento, n.d.r.) e questo è il riconoscimento internazionale? No, sorry, non ci sto”.

RIVOLUZIONI DAL PICCOLO –
”Attenzione, non sto parlando di una fuoriuscita dall’euro, ma di finirla con la compiacenza verso chi, a mio avviso, non ha più la credibilità per parlare di certi argomenti. Le rivoluzioni iniziano dal piccolo e allora, come sempre più gestori mi fanno notare, cominciamo noi a considerare sempre meno vincolanti e validi i giudizi di rating delle agenzie sugli Stati. Posso ancora capire che il giochino abbia ancora un certo senso a livello di rating sui corporate, ma ditemi voi cosa ne può sapere più di noi una Moody’s sulla situazione del debito italiano.Quello che volevo dire l’ho detto, e probabilmente anche quello che non dovevo dire. Ma alla fine forse l’unica cosa che è veramente nostra sono gli errori. Quindi io dico: sbagliamo e siamo noi stessi. Colgo l’occasione per augurarvi e augurarci un buon agosto. Non come gli ultimi, per intenderci”.

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