Risparmio gestito, Zadra: restiamo polo aggregante

MEGLIO DELL’ANNO SCORSO - “La situazione è meno fosca, quest’anno. L’anno scorso era più preoccupante”. Giuseppe Zadra, presidente di AM Holding, la capogruppo che controlla Anima sgr, ed ex direttore generale dell’Abi, segue anche quest’anno i lavori del Workshop Ambrosetti, a Cernobbio. Da osservatore, può quindi fare un paragone tra questa edizione e quella dell’anno passato. Ad alleggerire il clima, in questo ultimo scorcio dell’estate 2012, è senza dubbio la recente mossa della Banca centrale europea, che comprerà titoli di Stato a breve scadenza (cioè, non oltre i tre anni) dei Paesi in difficoltà. Ma sono anche le prospettive.

POLO AGGREGANTE – “Vedremo ancora volatilità sui mercati”, dice Zadra. Colpa anche del ciclo di elezioni che ci aspetta: tra due mesi negli Stati Uniti, poi in Germania, poi in Italia. Ma la responsabilità è anche di chi muove i mercati: si guarda assai meno, oggi, ai fondamentali dell’economia reale. Così, la volatilità resta e il lavoro degli operatori si complica. Per AM Holding, comunque, la novità più recente è l’accordo di agosto (vai qui per i dettagli) con il gruppo Creval. “Nei periodi come questo, in cui rallenta la formazione di attività finanziaria, la competizione aumenta. Noi abbiamo rapporti consolidati. In generale, va detto che l’industria dei fondi conviene all’investitore individuale, perché è meno rischiosa dell’attività personale e diretta. Quanto al resto, noi continuiamo a essere un polo aggregante, con uno sguardo all’efficienza”. C’è prudenza e sistematicità, nel metodo di AM Holding.

UNIONE POLITICA EUROPEA – Altro tema che emerge dalla conversazione con Zadra è quello di cui si discute nei tre giorni di Forum insieme agli uomini e alle donne delle istituzioni: ossia, il lungo percorso verso l’unione politica europea. “Bisogna che se ne parli di più, che i media ne parlino di più. Il cantiere è aperto e non se ne parla. Finché non avremo un’unione politica”, sintetizza Zadra, “saremo costretti a navigare a vista. Dall’euro non si può più tornare indietro, la dissoluzione della moneta unica avrebbe un costo insopportabile. La sola possibilità è andare avanti. Su questo, la quasi totalità degli oratori si è detta d’accordo. Unica voce contro”, riporta Zadra, “è stata quella dell’ex presidente spagnolo Aznar, che in sostanza ha detto che l’unica Europa possibile è quella degli Stati”.

MONITORAGGIO SULLE BANCHE – E il primo passo verso l’unione politica è l’unione bancaria, con l’avvio attesto per la prossima settimana. L’altro pilastro è il fisco. La supervisione accentrata delle banche da parte della Bce piace molto a Zadra. “Io ne parlo da quindici anni. A questo punto, secondo quanto è emerso dagli incontri qui a Cernobbio, potremmo avere l’Eba per la regolamentazione e la Bce per la vigilanza, con poteri di intervento. C’è da stabilire cosa fare in caso di fallimento. Su questo, la legislazione degli Stati al momento diverge”. Il punto fondamentale, però, è che non può più mancare un sistema di monitoraggio sulle banche europee. Ce lo ha spiegato bene la crisi.

LA LUNGA FISIOTERAPIA – In Italia, come stanno messe le banche? “Il sistema soffre”, dice Zadra. “Non è un momento felice. Un intervento fiscale, che consenta di dedurre una parte più larga di sofferenze – al momento, la possibilità di deduzione è limitata – potrebbe aiutare. Ma un intervento in questo senso richiederebbe sacrifici su altri versanti”. Insomma, in questo momento non pare possibile. E finché l’economia continuerà a essere in secca, le banche ovviamente ne risentiranno. “La ripresa è lenta. Ma è come quando uno fa un incidente: ci vuole un po’ perché si rimetta, ci vogliono cure e fisioterapia. Però si rimetterà. Dopotutto, non è morto”. Siamo incidentati, ma non siamo morti. Un messaggio importante, in quest’ultimo scorcio d’estate.

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