Risparmio gestito, Lombard Odier si affida ai fondamentali

L’OMBRA DEL DEBITO – La crisi globale è basata sul debito: ce n’è troppo. E le misure adottate finora non risolvono il problema. In Europa, i politici sono attaccati all’euro e verosimilmente faranno di tutto per evitarne la dissoluzione. La mossa del presidente della Bce Mario Draghi e la decisione della Corte tedesca hanno generato un rally, ma i problemi rimangono. “Per essere più fiducioso”, dice ai giornalisti Stéphan Monier di Lombard Odier durante un incontro a Milano, “ho bisogno che accadano tre cose”.

LA TESI DEL GESTORE – Monier è un gestore che in passato è stato responsabile del reddito fisso e valute per l’Abu Dhabi Investment Authority e per Fortis Investments. Ha lavorato per Jp Morgan Asset Management, dove ha seguito la gestione dei portafogli obbligazionari europei e globali per investitori istituzionali. Dal 2009 è in Lombard Odier, società svizzera che giusto un anno fa ha inaugurato un nuovo ufficio a Milano, pensato per clienti istituzionali. Oggi Monier ricopre la carica di deputy global chief investment officer di Lombard Odier Investment Managers.

GLI SCENARI DELL’EURO – I tre eventi che Monier ha bisogno che accadano sono i seguenti: la Spagna che richiede un programma di aiuti prima di ottobre, quindi subito; l’unificazione delle regole per le banche, non facili da coniugare con le resistenze tedesche “anche se non credo che la cancelliera Angela Merkel voglia passare alla storia come la donna che ha spaccato l’euro”; maggiore legittimità al progetto europeo, ovvero più impegno nella costruzione dell’unione politica. Quest’ultimo punto, soprattutto, è essenziale. Altrimenti, in capo a tre anni l’eurozona si dissolverà.

LA STRATEGIA – Monier si dispiace per le previsioni fosche ma in fondo l’aveva detto: la mia view è cupa come il tempo oggi a Milano. Parla in inglese e si scusa per un accento francese che non riesce a nascondere del tutto. Però è fluente e molto chiaro, specialmente quando presenta il suo approccio alternativo verso titoli di Stato e obbligazioni corporate. “Perché vincolarsi con il debito giapponese o con quello italiano?”, è la premessa. “Perché sottostare ai giudizi tardivi, e certe volte discutibili, delle agenzie di rating? I benchmark tradizionali obbligano a investire nei Paesi più indebitati. È arrivato il momento di accettare il nuovo paradigma nel reddito fisso e di ridurre l’esposizione al rischio di credito”.

UN APPROCCIO PARTICOLARE – “Per questo”, spiega l’uomo di Lombard Odier, “abbiamo sviluppato il nostro approccio alternativo verso obbligazioni di Stato e corporate bond, con la costruzione di indici basati sui fondamentali, così da valutare la capacità di un’emittente di ripagare i propri debiti”. Per la selezione del debito sovrano, la scrematura si fa guardando a fattori macroeconomici, di bilancio, sociali e demografici. Bene un Paese che ha un prodotto interno lordo sostanzioso e un alto tasso di crescita economica, male invece se soffoca sotto il fardello del debito, pubblico o privato che sia. L’invecchiamento della popolazione e fattori come l’inflazione o l’occupazione hanno pure un loro peso.

DENTRO E FUORI – Ne deriva che Danimarca, Irlanda e Spagna sono esclusi per il loro rapporto tra debito netto nel settore privato e prodotto interno lordo, mentre Grecia, Italia e Giappone sono fuori per colpa del debito pubblico. Sono interessanti, invece, gli Stati Uniti, la Germania e il Messico. E tra gli emergenti? Neanche a dirlo: Cina, India, Russia, Brasile e Corea. Monier illustra quindi i due nuovi fondi per il mercato italiano: LO Funds Global Government Fundamental e LO Funds Global BBB-BB Fundamental. Entrambi adottano gli indici fondamentali e si aggiungono ai cinque fondi di Lombard Odier gestiti con questo approccio. “Siamo stati copiati”, dice Monier, “ed è una buona notizia”.

LA SELEZIONE – Anche la scelta delle società emittenti avviene per gradi: prima si seleziona la regione, poi il settore dentro la regione, e in ultima istanza le aziende più interessanti. Passano il turno quelle che appartengono ai comparti che contribuiscono di più al Pil della regione e che garantiscono ritorni e liquidità. Dentro retail e servizi e farmaceutici e chimici; fuori le telecomunicazioni e le banche. In generale, gli anticiclici a Lombard Odier piacciono molto. “Investiamo nell’economia reale, non nelle bolle”, è lo slogan. E il riferimento è alle due esplosioni del 2000 e del 2008. E la scelta del gruppo BBB-BB? Si deve al fatto che proprio là si trovano quelle che sulle slide Monier ha ribattezzato “angeli caduti” e “stelle nascenti”: ossia, le maggiori opportunità di contenere le perdite e di ottenere buoni guadagni.

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