Aberdeen mette una commissione d’ingresso sui fondi sugli emergenti

COMMISSIONI DI INGRESSO AL 2% – Aberdeen Asset Management introdurrà a partire da marzo una commissione di ingresso del 2% sui fondi Aberdeen Global – Emerging Markets Equity Fund – che conta asset in gestione per 15,5 miliardi di dollari -  e Aberdeen Global – Emerging Markets Smaller Companies Fund (asset in gestione per 2,7 miliardi di dollari) per limitare ulteriormente gli afflussi.
 
SCORAGGIARE ULTERIORI AFFLUSSI – Lo ha annunciato la stessa società di gestione, preciando che, nell’attuale congiuntura caratterizzata da tassi d’interesse piuttosto ridotti, “gli investitori istituzionali e retail continuano a mostrare una forte propensione per i mercati emergenti, che dovrebbero pertanto registrare nuovi ingressi. Di conseguenza, e nonostante le recenti iniziative intraprese da Aberdeen per limitare gli investimenti nei nostri prodotti dedicati ai mercati emergenti, il gruppo ha registrato ancora una volta un incremento delle sottoscrizioni. Pertanto, al fine di scoraggiare ulteriori afflussi, il gruppo ha deciso di introdurre una commissione di ingresso”.
 
FEE IN VIGORE DALL’11 MARZO – La nuova commissione d’ingresso del 2%, che avrà effetto a decorrere dal giorno 11 marzo 2013, verrà applicata su tutti gli investimenti nelle classi di azioni dei fondi interessati, ad eccezione delle operazioni che si configurano come reinvestimento dei dividendi, e confluirà all’interno del Fondo pertinente a beneficio di tutti gli investitori. Le rispettive commissioni di gestione annuali restano invariate.

PAROLA A JOHN BRETT – “Ulteriori afflussi, qualora privi di controllo, provocherebbero problemi di liquidità che a loro volta potrebbero costringere il team di gestione a snaturare il processo di investimento, introducendo in portafoglio titoli di qualità inferiore”, ha spiegato John Brett, capo della distribuzione di Aberdeen Asset Management. “Il team desidera mantenere intatta la sua filosofia d’investimento e introdurrà nuovi titoli soltanto a seguito di un’approfondita ricerca condotta secondo le regole del gruppo per gli investimenti azionari e a condizione che i nuovi titoli rispondano ai nostri standard di qualità. Agire altrimenti non sarebbe nel migliore interesse di chi ha investito nei nostri fondi”.

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