I MOVIMENTI DEI GRANDI GESTORI - Altro che botti di capodanno. Riepilogando i movimenti dei grandi gestori nel capitale delle 40 società del Ftse Mib – il paniere che appunto racchiude le azioni delle imprese più capitalizzate quotate a Milano – salta subito all’occhio un nome: quello di BlackRock. L’asset manager globale, che ha in gestione un patrimonio complessivo di 3.360 miliardi di dollari, si è reso protagonista a gennaio di due comunicazioni alla Consob che hanno fatto un certo rumore. A martedì 15 gennaio risale la notizia di una manovra in salita nel capitale di Ubi Banca, uno dei titoli bancari del Ftse Mib, con una capitalizzazione, al 22 febbraio, pari a 3,2 miliardi di euro. Oggi, l’asset manager globale ne possiede il 5,006%. L’operazione è datata 3 gennaio.
BLACKROCK IN UNICREDIT – La quota, frammentata tra 18 diverse società, è detenuta per gestione indiretta non discrezionale del risparmio. L’altra notizia di grido è arrivata invece alla fine del mese, quando – sempre per il tramite del bollettino della Consob – si è venuto a sapere che il gestore internazionale è si è portato al 5,036% in UniCredit. L’asset manager detiene la quota attraverso 21 soggetti differenti, anche qui a titolo di gestione non discrezionale del risparmio. Una novità certamente non di poco conto: come evidenziò a suo tempo BLUERATING (qui la notizia), la percentuale vale al colosso del risparmio gestito il titolo di secondo azionista, subito dietro Aabar (6,5%) e davanti ai russi di Pamplona (5,011%). Incluse le partecipazioni della Banca centrale libica (4,61%), di Capital research and management (2,73%) e di Allianz (2,016%), la fetta di capitale del gruppo guidato dal ceo Federico Ghizzoni in mano ai grandi soci esteri è balzata al 25% circa, a fronte del 9% detenuto dalle tre Fondazioni azioniste, ossia Cariverona, Crt e Carimonte.
VIA DAI RADAR DELLA CONSOB – BlackRock, peraltro, è già stata ufficialmente presente nella compagine azionaria di UniCredit, prima di sparire dai radar della Consob in seguito alla richiesta, lo scorso novembre, di avvalersi dell’esenzione dall’obbligo di comunicare le partecipazioni tra il 2% e il 5% del capitale (qui la notizia). Esenzione prevista, per le attività di gestione del risparmio, dalla direttiva europea Trasparency, recepita a giugno nel regolamento emittenti della commissione italiana. A prendere questa decisione, oltre a BlackRock, è stata anche AllianceBernstein. “Con note pervenute in data 13 e 19 novembre 2012”, si leggeva all’epoca sul sito dell’autorità presieduta da Giuseppe Vegas, “AllianceBernstein e BlackRock hanno rispettivamente comunicato che – con riferimento alle partecipazioni detenute nell’ambito dell’attività di gestione del risparmio – intendono avvalersi dell’esenzione prevista dall’articolo 119 bis, commi 7 e 8, del regolamento emittenti, come modificata dalla delibera Consob numero 18214, entrata in vigore il 6 giugno 2012”.
GLI ALTRI ASSET MANAGER – Ma mentre AllianceBernstein è di fatto scomparsa dai monitor dell’autorità – considerando solo il perimetro delle 40 aziende del Ftse Mib – BlackRock è ancora visibile. Eccome. E non solo nelle banche: la quota detenuta nel capitale sociale di Atlantia è pari al 5,006%. Comunque, tolti i casi assimilabili ad AllianceBernstein e BlackRock – gli unici due che finora, potendolo fare, hanno deciso di riaffiorare in superficie solo con quote oltre il 5% – rimane per gli altri l’obbligo di comunicare alla Consob il superamento di tutte le soglie rilevanti, il cui primo livello è fissato al 2%. In generale, oggi non sembra esserci un settore preferito e la presenza sopra quel tetto è in ordine sparso: Invesco ha scelto Autogrill, Aviva Investors ha investito in Azimut Holding, Threadneedle Asset Management ha puntato su Diasorin. Il minimo comune denominatore pare essere il potenziale di crescita, in Italia ma soprattutto all’estero. Come insegna Prysmian, che nel capitale riunisce Schroder Investment Management, Franklin Templeton Institutional, Oppenheimerfunds e State Street Global Advisors Ireland.