Furno (Nemesis AM): i titoli azionari sono la migliore opportunità

I nuovi massimi raggiunti dal principale mercato degli Stati Uniti mi dà motivo di preoccupazione, in quanto ritengo che non siano giustificati dai numeri fondamentali dell’economia, premette Pier-Alberto Furno, ceo di Nemesis Asset Management. “Mi aspetto una forte volatilità dei mercati, poiché i punti di sono ancora aperti (non sono state date ancora delle risposte alle domande). Credi che il mercato necessiti di un periodo di tranquillità, ovvero di un consolidamento”.

Gli investitori retail italiani come possono approfittare di questo recupero?
Lo strumento migliore che hanno a disposizione gli investitori privati per sfruttare il trend che registra il mercato degli Stati Uniti sono i fondi azionari che investono negli Usa, in quanto offrono liquidità e trasparenza e sono in grado di reagire velocemente a qualsiasi cambiamento di contesto e strutturale.

Il rally del Dow, data la situazione dell’economia e dei conti pubblici negli Usa, è giustificato?

Il vero dilemma è come giustificare gli attuali livelli degli indici principali degli Stati Uniti. A mio parere, sia il quadro economico e sia la situazione macro non sono così significativamente migliorati da giustificare tali livelli. Le questioni relative al “fiscal cliff” sono solo state rimandate e il ritorno di un vento contrario già a partire dal prossimo mese potrebbe anche spingere gli Stati Uniti verso la recessione. In un contesto dominato da una serie di problemi in Europa e il persistere di rischi geopolitici in Medio Oriente, non penso che l’euforia dei mercati degli Stati Uniti possa essere attribuito a una situazione migliore.

In generale, come vede l’azionario in questo momento? Quali sono le aree del mondo più interessanti? E quali i settori?
I titoli azionari, nel lungo termine, rappresenteranno la migliore opportunità che hanno gli investitori per far fruttare il proprio capitale. È importante riuscire a beneficiare delle correzioni proposte dal mercato per iniziare o incrementare le proprie posizioni in società sottovalutate in grado di generare flussi di cassa positivi. Nemesis AM segue un approccio di investimento “bottom up”, ovvero guarda con attenzione specifiche società più che i settori o le aree geografiche. Tuttavia, ritengo che il Giappone appaia interessante.

Il rally del Dow Jones potrebbe anticipare una nuova ripresa economica? Quali aree del mondo ne sapranno approfittare?

Io credo che sia una conclusione troppo semplici pensare che il recente rally dei mercati azionari degli Stati Uniti sia la previsione di una ripresa economica in tale area. C’è che sostiene esattamente il contrario, ovvero che l’economia americana è troppo debole per fermare le iniziative di stimolo messe in atto e in programma dalla Fed per il 2013. Abbiamo avuto modo di notare, attraverso reiterati confronti e disamine, di quanto ci sia preoccupazione per un ritiro degli stimoli attuati dalla Fed. È sufficiente un quantitative easing di 85 miliardi di dollari al mensile per generare la crescita nominale che è necessaria a generare una ripresa economica auto-sostenuta? Probabilmente no, e il mercato sa che la put di Ben Bernanke è ancora in essere. In realtà, la preoccupazione principale per il mercato è quella che arriverà (presto o tardi) il giorno in cui la stimolo fiscale finirà.

In questo quadro, lei come vede l’Italia da un punto di vista economico e di mercato azionario?
Per l’Italia, così come per il resto d’Europa, la recessione è di attualità per il 2013 e il risultato elettorale ci dice che si prospetta un’instabilità politica, oltre al fatto che è stato decretato il fallimento della politica di austerità. La crisi del debito sovrano non è più solo limitata alla famigerata area Piigs, ma dai recenti dati che riguardano l’Inghilterra notiamo che il contagio di sta per raggiungere il cuore dell’Europa. La Bce dovrà presto prendere delle azioni decisive.


Un estratto dell’intervista è sul numero 10 del settimanale
soldi&bluerating in edicola da oggi. Per approfondire, leggi anche le interviste ad Alan Mudie, chief investment officer di Union Bancaire Privée (vai qui), e a Wouter Sturkenboom, Investment strategist di Russell Investments (vai qui).

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