Bnp Paribas IP: puntare su forex e America Latina

EMERGENTI E DINTORNI – Il debito dei mercati emergenti ha registrato un rapido sviluppo negli ultimi dieci anni, soprattutto grazie al miglioramento dei fondamentali e allo sviluppo dei mercati finanziari. Attraverso una crescente emissione di titoli di debito locale, molti Paesi hanno adottato una serie di politiche fiscali e monetarie con lo scopo di ridurre la loro dipendenza dai prestiti internazionali. Ecco perché si tratta di un’asset class interessante. Parola di John Morton, responsabile investimenti obbligazionario emergente Fftw di Bnp Paribas Investment Partners e gestore del fondo Bnp Paribas L1 Bond World Emerging Local. Il money manager sarà all’evento che si terrà a Roma il 22 aprile, dedicato al tema “Obbligazioni Paesi emergenti. Il passato, il presente e soprattutto il futuro”.

Questa classe di attivo sta diventando più popolare tra gli investitori?
Sì, sta diventando un’interessante opportunità d’investimento, visto anche il volume crescente di emittenti obbligazionari in valuta locale.

Qual è il principale obiettivo del comparto?
Consiste nello sfruttare la tendenza di lungo termine della convergenza delle valute e dei tassi d’interesse tra i mercati emergenti e il mondo industrializzato. Il debito locale offre tassi di rendimento superiori a fronte di una duration più breve rispetto al debito estero e una qualità creditizia generalmente migliore. Le inefficienze presenti nei mercati del debito locale emergente sono molteplici e una gestione attiva è essenziale per identificare le fonti di valore. Per la generazione di alpha, ci focalizziamo sull’analisi di alcuni fattori che guidano le valutazioni dei tassi di interesse, dei rendimenti e delle valute locali. Questi comprendono: le politiche fiscali, la liquidità disponibile nel sistema, la volatilità e il posizionamento del mercato, la politica monetaria e l’impatto delle informazioni a breve termine sui cambi.

Quali sono le aspettative sul 2013 dei mercati emergenti?
Ci sarà una crescita, seppure modesta, che raggiungerà un 5% quest’anno rispetto al 4,6% dello scorso anno. Il debito emergente continuerà a beneficiare dei flussi strutturali e le emissioni hanno raggiunto i 18 miliardi di dollari da inizio anno, di cui più di 10 diretti ai mercati emergenti locali. Inoltre continuano a ricevere upgrade da parte delle agenzie di rating. I flussi in entrata nel settore hanno raggiunto un nuovo record nel 2012 con 94,4 miliardi di dollari di nuovi flussi. Più del doppio di quelli entrati nell’azionario emergente e nell’high yield americano. Stiamo notando un certo interesse nei confronti della valuta locale.

Quali sono le sue aspettative sul debito emergente nel 2013 e da dove arriveranno le performance?

Ci aspettiamo ritorni intorno al 10% nel corso dell’anno. I tassi di interesse dei Paesi emergenti sono storicamente al loro livello più basso quanto a rendimento assoluto. In termini di spread relativamente alla curva dei treasury americani comunque, gli emergenti sono ancora 70 pb sopra alla media decennale. Ci aspettiamo che il forex emergente contribuirà al 4,5% per i rendimenti in valuta locale il prossimo anno.

Su cosa state puntando nel fondo?
Continuiamo a essere positivi sul fronte forex su Asia e America Latina e raccomandiamo una combinazione di duration lunghe e corte all’interno di queste regioni. La crescita potenziale del Pil in America Latina sarà di supporto per la valuta locale quest’anno con il rischio di qualche apprezzamento, in particolare in Brasile. Ci piacciono Messico, Malesia e Sud Africa. Raccomandiamo un minimo di otto anni per restare nell’investimento.

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