L’esperto di BlackRock: le azioni valgono bene un pensierino

MEGLIO LE AZIONI – “Nel breve termine, anche in presenza di un aumento della volatilità dei mercati, continuiamo a consigliare di sovrappesare le azioni rispetto alle obbligazioni”. Insomma, meglio avere in portafoglio più azioni che bond. A scriverlo, nel suo commento settimanale sui mercati, è Russ Koesterich, capo degli investimenti a livello globale di BlackRock, secondo cui “i mercati finanziari sono stati interessati da un aumento della volatilità la scorsa settimana, dato che gli investitori hanno continuato a focalizzare l’attenzione sui segnali di indebolimento della crescita statunitense e sulle prossime mosse della Federal Reserve, la banca centrale americana”.

RALLENTAMENTO – Inoltre, “i dati della scorsa settimana sono risultati ancora al di sotto delle attese, dato che sono aumentate più del previsto le richieste dei sussidi da parte dei disoccupati. Inoltre il settore manifatturiero ha mostrato un più forte indebolimento. Alcuni tra i più importanti indicatori economici chiave, infine, hanno segnato un andamento al ribasso, come per esempio l’indice Chicago Fed National Activity, in forte calo in aprile. Il rallentamento della crescita non riguarda tuttavia solo gli Stati Uniti. La maggior parte delle economie sta rallentando a livello mondiale, fatta eccezione per il Giappone”.

RECESSIONE
– E l’Europa? “È in recessione, con un tasso di disoccupazione superiore al 12% e la previsione della regione che rimane incerto. Anche i mercati emergenti stanno mostrando i segnali d’indebolimento, come evidenzia l’annuncio dell’India della scorsa settimana di un secondo trimestre consecutivo di crescita al di sotto del 5%, un calo forte contro le stime recenti di crescita intorno al 10%. I timori degli investitori circa una possibile stretta della banca centrale americana appaiono prematuri. Questo fattore ha certamente contributo al rialzo della volatilità”. Anche se è comprensibile che la Federal Reserve debba prima o poi ridurre parte delle sue politiche accomodanti rialzando i tassi di interesse, l’intervento in questo senso non sarà imminente.

TASSI ANCORA BASSI
– “Oltre al rallentamento della crescita, segnalato dalla maggior parte degli indicatori economici, anche l’inflazione sta scendendo. Più che la stretta monetaria nel breve termine della Federal Reserve, gli investitori dovranno temere il rallentamento della crescita economica”. Il fattore positivo è che l’intervento in materia di politica monetaria sarà rimandato alla fine del 2013 o all’inizio del 2014. E dal punto di vista degli investimenti, conclude Koesterich, la politica monetaria espansiva contribuirà a mitigare il ribasso dei titoli causato dal rallentamento della crescita. Quindi, le azioni valgono un pensierino.

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