Aberdeen, il mercato high yield va meglio del previsto

UN 2014 INCERTO – “Abbiamo iniziato il 2014 con l’aspettativa che le performance del mercato globale high yield sarebbero state simili a quelle del 2013 o che comunque la debole contrazione degli spread sarebbe stata compensata da un piccolo aumento del rendimento dei titoli di Stato americani, invece la contrazione di questi mesi è stata accompagnata da rendimenti più bassi dei titoli americani”. Queste le parole di Patrick Maldari (nella foto), Senior Portfolio Manager del North American Fixed Income team di Aberdeen AM nel corso delle conferenza stampa che si è tenuta nei nuovi uffici milanese della società in Via Dante 16.
 
POSITIVO SU ALCUNI TITOLI DEI MERCATI EMERGENTI
– “A nostro avviso, i titoli corporate non-investment grade dei mercati emergenti (come ad esempio Arcelor Mittal) trarranno il massimo vantaggio dai progressi dell’economia globale e dalla continua ricerca di rendimento in quella che si prospetta ancora come una congiuntura piuttosto avara in merito”, ha sottolineato l’esperto. “Nel 2013, questo segmento del mercato high yield globale si è ampliato raggiungendo livelli record rispetto alle obbligazioni corporate subinvestment grade degli Stati Uniti per effetto di timori a nostro avviso eccessivi riguardo all’impatto del tapering della Federal Reserve sulle economie emergenti. Pertanto, è proprio il suddetto segmento ad avere il più alto potenziale di miglioramento se le peggiori paure dei mercati si rivelano infondate”.
 
Sì A TITOLI EUROPEI E TRIPLA B – “Sul fronte dei rating, prevediamo che la congiuntura attuale continuerà a favorire i titoli BBB rispetto alle controparti B e i titoli con rating B rispetto alle obbligazioni di qualità superiore valutate BB. Le obbligazioni con duration maggiore in tutte le fasce di rating saranno probabilmente le più vulnerabili, ma l’inclinazione insolitamente accentuata della curva dei rendimenti sia per i titoli di Stato che per il credito potrebbe già scontare una quota sostanziale di tale vulnerabilità futura. Nel mercato dei prestiti”, ha continuato il gestore, “ravvisiamo valore tra gli emittenti europei e nei titoli di società in situazioni speciali a livello globale. Il rischio maggiore per lo scenario da noi prospettato consiste nell’eventualità che la crescita torni a decelerare. Una simile svolta negativa potrebbe essere causata da pratiche di bilancio eccessivamente restrittive attuate in concomitanza nelle principali economie, da una mancata reazione positiva alle politiche monetarie accomodanti sul fronte della spesa al consumo o in conto capitale oppure da un evento geopolitico di vasta portata. Considerando la recente contrazione degli spread creditizi, uno scenario di crescita negativa penalizzerebbe soprattutto le obbligazioni corporate con rendimenti maggiori e rating inferiori, lasciando esposti in particolare i titoli CCC e i titoli corporate non-investment grade dei mercati emergenti”.
 

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