Sennitt (Schroders): le migliori opportunità in Asia? Nella finanza e nell’industria

INVESTIRE IN ASIA CONVIENE – Fondamentali solidi e opportunità di diversificazione. Sono queste, in estrema sintesi, le ragioni per cui investire in Asia conviene ancora, soprattutto se si guarda a determinati Paesi, tra cui Australia, Hong Kong, Singapore, Taiwan e Cina. Ne è convinto Richard Sennitt (nella foto), equity fund manager e co-gestore del fondo Schroder ISF Asian Dividend Maximiser, che investe in azioni asiatiche (Giappone escluso) ricorrendo a due fonti di income – dividendi azionari e premi da opzioni -  con l’obiettivo di distribire il 7% annuo con stacco mensile.

Perché investire oggi sul mercato azionario asiatico?
La crescita economica dell’area asiatica resta sostenuta e sarà ancora trainata dalla Cina, che recentemente ha reso noto i dati del Pil relativi al primo trimestre evidenziando una crescita del 7,4% a/a battendo il consenso posto al 7,3% a/a. L’Asia continua a offrire agli investitori un ottimo livello di diversificazione per la presenza di molte aziende da cui trarre reddito. Le opportunità sono guidate da fondamentali solidi, nonostante l’attuale tema del tapering e il rallentamento delle dinamiche di crescita globale, e focalizzarsi sui dividendi rappresenta una delle strategie azionarie più forti nel lungo periodo. Inoltre quasi il 30% delle azioni asiatiche tuttora genera un rendimento superiore al 4% in termini di dividend yield, con un rapporto medio prezzo/utile di circa 14x (ben al di sotto della propria media degli ultimi 22 anni, che si attesta a 18x). In un contesto come quello attuale e tenuto conto delle esigenze degli investitori, pensiamo che i dividendi dovrebbero rappresentare un elemento centrale in ogni portafoglio orientato alla crescita. Con questa logica abbiamo allargato la famiglia “Dividend Maximiser” – che si distingue per una strategia equity income unica nel suo genere– alla regione asiatica con il fondo Schroder ISF Asian Dividend Maximiser.

Quali sono i rischi?

La politica monetaria, che prima o poi tornerà a essere restrittiva, pesa sulle economie emergenti. L’intera area dovrebbe tuttavia trarre vantaggio dall’attuale ripresa congiunturale. Persiste inoltre il rischio di deflazione, anche se è vero che le probabilità di un evento di questo tipo sono ormai decisamente ridotte. Ad ogni modo i rendimenti dei principali Titoli di Stato rimangono inferiori al target d’inflazione del 2%. Sul fronte azionario i rendimenti si mantengono invece in linea con la media degli ultimi 10 anni e la crescita dei dividendi nello stesso orizzonte temporale si posiziona poco al di sotto del 10%.

Dove si trovano le migliori opportunità e perché?
Al momento le migliori opportunità in termini di Paese sono a nostro avviso in Australia, a Hong Kong, a Singapore, a Taiwan e in Cina, oltre che in Corea del Sud. Guardando invece ai settori, sono particolarmente interessanti quello finanziario, quello dell’informatica, degli industriali e dei materiali.

Quali sono i titoli su cui state puntando di più in questo momento e perché?
Tra i titoli principali al momento in portafoglio Taiwan Semiconductor: produce semiconduttori particolarmente innovativi, HSBC Holdings: uno dei più grandi gruppi bancari al mondo, Swire Pacific: una delle principali società quotate a Hong Kong, con interessi diversificati in aviazione , bevande , servizi marittimi, commerciali e industriali, China Petroleum & Chemicals: la maggiore società petrolifera cinese, Amcor leader globale nel packaging, Keppel: società di Singapore provider di soluzioni per l’industria marittima e Hyundai Motor: multinazionale Coreana attiva nel settore automobilistico.

Come funziona il fondo Asian Dividend Maximiser?
Schroder ISF Asian Dividend Maximiser investe in azioni asiatiche (Giappone escluso) di alta qualità, in grado di distribuire dividendi elevati e sostenibili, e ricorre alle opzioni per potenziare il reddito generato. Il fondo adotta una strategia innovativa, che ricorre a due fonti di income (dividendi azionari e premi da opzioni), entrambe indipendenti dai tassi d’interesse, per puntare a una distribuzione del 7% annuo con stacco mensile. In questo modo, punta a cogliere le opportunità di crescita del capitale grazie all’esposizione azionaria, ma con approccio meno aggressivo e minore volatilità potenziale rispetto ai prodotti tradizionali.

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