Bnp Paribas IP: manteniamo una posizione sovrappesata nel comparto azionario

SOVRAPPESARE IL COMPARTO AZIONARIO – Dopo la recente ondata di vendite sui mercati statunitensi che ha interessato in particolare il settore tecnologico, gli indici azionari hanno ritrovato la via del rialzo grazie ai nuovi segnali di miglioramento della crescita negli Usa e nella zona euro. Parola di Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas IP. “I rendimenti obbligazionari hanno registrato solo un lieve rialzo, mentre le condizioni di finanziamento per le imprese restano favorevoli e l’inflazione e i tassi d’interesse si attestano su livelli modesti: tali fattori a nostro avviso possono favorire ulteriori rialzi delle quotazioni e giustificano una posizione sovrappesata nel comparto azionario”.

LIQUIDATA LA DURATION CORTA SUI BUND – Dopo la flessione dei rendimenti obbligazionari, parzialmente riconducibile alla fuga di capitali verso approdi sicuri innescata dalle tensioni tra Ucraina e Russia, abbiamo chiuso la duration corta sui Bund tedeschi. Il miglioramento dell’economia nell’area dell’euro e la possibile inversione di tendenza dell’inflazione ci fanno ritenere che i rendimenti obbligazionari siano compressi su livelli troppo bassi. Tale situazione potrebbe essere riconducibile anche alle speculazioni su possibili misure di allentamento quantitativo da parte della Bce. A nostro avviso, le attese d’inflazione sono scese su livelli eccessivi e pertanto abbiamo adottato una posizione lunga sulle obbligazioni indicizzate su questo parametro. Questa posizione potrebbe rivelarsi vantaggiosa in caso di eventuale rialzo dell’indice dei prezzi al consumo favorito dalla riduzione dell’output gap.

CINA: LA CRESCITA FRENA MA NON CROLLA – I dati pubblicati la scorsa settimana in Cina hanno confermato il rallentamento della crescita, ma la maggior parte degli esperti ritiene che una brusca frenata dell’economia può essere evitata. Nel primo trimestre la crescita si è attestata al 7,4%, su un livello lievemente inferiore all’obiettivo del governo. Per il momento, l’espansione non è abbastanza debole da giustificare l’adozione di importanti misure di stimolo. Il rallentamento del primo trimestre pare dovuto a fattori temporanei, come il crollo delle esportazioni, un inverno relativamente caldo e il ritardo negli investimenti in infrastrutture dopo i cambiamenti nel governo. Gli investimenti fissi sono crollati, mentre le vendite al dettaglio si sono rafforzate e la produzione industriale ha registrato un lieve incremento. L’espansione del credito ha frenato ma è necessario che l’abbandono dell’attuale modello di sviluppo trainato dal credito facile avvenga nel contesto di un processo controllato dalle autorità finanziarie, attraverso cambiamenti graduali e in grado di evitare uno shock sistemico. Un altro tema d’attualità è rappresentato dalle riforme in programma: si tratta in particolare di mettere in condizione le banche di far concorrenza in modo più efficace al sistema bancario ombra e di alcune modifiche del sistema Hukou, che dovrebbero facilitare la migrazione interna. Questi provvedimenti potrebbero incontrare delle resistenze, poiché le grandi città dispongono già di forza lavoro sufficiente, mentre i centri urbani più poveri potrebbero non disporre dei finanziamenti necessari per integrare i nuovi arrivati. Inoltre, una serie d’interessi consolidati potrebbe ostacolare la riforma delle imprese a partecipazione statale. Tuttavia, il presidente Xi Jinping ha già rafforzato il proprio potere e pare determinato a proseguire sulla strada delle riforme. Infine, l’indice PMI elaborato da HSBC è salito per la prima volta dall’ottobre dell’anno scorso, trainato da un aumento della produzione e dei nuovi ordinativi. L’attenuarsi di alcuni effetti negativi temporanei sull’economia e gli incentivi fiscali annunciati lasciano prevedere che la crescita possa avere toccato il punto di svolta e che nei prossimi trimestri potremmo assistere ad un graduale rafforzamento.

GIAPPONE: PROSEGUE L’ALLENTAMENTO QUANTITATIVO – È molto probabile che l’economia nipponica si contrarrà nel secondo trimestre sebbene le evidenze suggeriscono che l’impatto negativo del recente incremento dell’IVA potrebbe essere più lieve del previsto. Dopo l’impennata del giro d’affari nei grandi magazzini e nei supermarket che ha preceduto l’inasprimento dell’imposta sui consumi, vi sarà sicuramente un calo delle vendite. Inoltre le importazioni sono aumentate, ampliando il deficit commerciale del Giappone. Gli esperti hanno indicato la scarsa competitività l’attuale problema del Giappone. L’obiettivo del governo di colmare il deficit di bilancio primario entro il 2020 viene considerato da più parti troppo ottimistico. Infatti, se s’include il pagamento degli interessi sul debito, anche un lieve rialzo dei rendimenti obbligazionari avrebbe un impatto rilevante. Si prevede che il fondo pensione pubblico sposterà una quota degli investimenti dal mercato obbligazionario a quello azionario per ottenere rendimenti più elevati, dunque a mio avviso la Banca del Giappone continuerà ad acquistare obbligazioni. Tuttavia una volta raggiunto l’obiettivo d’inflazione, la banca centrale non continuerà ad acquistare titoli solo per comprimere i rendimenti. Ciò fa aumentare la necessità di misure di risanamento dei conti pubblici, che comprendono anche un nuovo aumento dell’Iva previsto per ottobre dell’anno prossimo.

USA: SI CONFERMA LA RIPRESA – Nel complesso, gli ultimi dati confermano una ripresa dell’economia dopo il rallentamento invernale. Le vendite al dettaglio sono aumentate, ponendo le basi per un ulteriore aumento dei consumi nel secondo trimestre. Inoltre, la fiducia dei consumatori sta gradualmente salendo. Il mercato del lavoro è vicino al punto in cui potrebbero scattare degli aumenti salariali. Nelle ultime settimane le nuove richieste di sussidio di disoccupazione sono state contenute, mentre la produzione industriale ha registrato l’incremento più consistente da vari mesi a questa parte. Inoltre, benché il mercato dell’edilizia residenziale abbia rallentato, pare poco probabile che ciò possa diventare un ostacolo per la crescita. A nostro avviso, vi è ancora una domanda repressa nel mercato immobiliare e i prezzi delle case restano abbordabili.

ZONA EURO: MILGIORA IL PMI – L’indice PMI composito del mese di aprile ha registrato un notevole rialzo, che pare confermare il miglioramento dell’economia. Invece, i dati rilevati dagli indici PMI in Francia stanno facendo sorgere dei timori sulla crescita e sulle capacità del paese di rispettare gli obiettivi di bilancio. La produzione industriale è stata relativamente robusta in Spagna e in Italia sta recuperando la netta flessione dell’anno scorso, mentre ha registrato un brusco calo nei Paesi bassi. Attualmente, il tema più dibattuto sui mercati riguarda l’eventuale varo di misure di allentamento quantitativo da parte della BCE. A nostro avviso, vi sono numerose ragioni che ci fanno ritenere che l’inflazione abbia toccato il punto di svolta: la crescita si sta rafforzando, ed è poco probabile che prezzi e salari continuino a scendere mentre l’economia sta migliorando. Inoltre la maggior parte degli aggiustamenti fiscali e salariali nelle economie periferiche dell’area dell’euro sono alle nostre spalle. Infine, i nostri esperti non ritengono particolarmente probabile l’avvio di un piano di allentamento quantitativo da parte della Bce.

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