Bnp Paribas IP, le azioni tornano in posizione neutra

ENIGMA NON ANCORA RISOLTO – La settimana scorsa è stata ricca di eventi, tra cui l’importante riunione mensile del Consiglio direttivo della BCE e la pubblicazione del rapporto sul mercato del lavoro negli USA. La BCE, ricorda Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas Investment Partners, ha sorpreso positivamente i mercati varando un’ampia serie di misure e mostrandosi disponibile anche ad assumere ulteriori provvedimenti. I dati positivi rilevati dal rapporto sul mercato del lavoro hanno consolidato il clima favorevole sui mercati finanziari, dando un’altra spinta alle azioni. Fatta questa premessa, bisogna aggiungere che non è stato risolto l’enigma rappresentato dal rialzo dei listini azionari e del contemporaneo calo dei rendimenti (con un aumento dei prezzi delle obbligazioni).

LE AZIONI TORNANO IN POSIZIONE NEUTRA – I fattori positivi per le azioni sono:
• il rialzo dei tassi d’interesse USA è ancora abbastanza lontano;
• la BCE si è unita al gruppo delle banche centrali che hanno adottato provvedimenti non convenzionali;
• la Banca del Giappone potrebbe accentuare il programma di allentamento quantitativo verso la fine dell’anno;
• la crescita economica è moderatamente positiva e non ostacola il rialzo delle quotazioni obbligazionarie.
Quali sono dunque i motivi che ci hanno indotto a tornare ad una posizione più prudente? In effetti, la crescita dei profitti è poco omogenea, e ciò fa pensare che le azioni internazionali siano sopravvalutate. Gli investitori tuttavia non se ne preoccupano e anche noi tendiamo ad escludere l’eventualità di una brusca flessione del mercato. Tuttavia riteniamo che questo lungo rialzo possa perdere slancio e dunque ha ritenuto prudente incassare i profitti maturati sulla posizione sovrappesata.

ALLOCAZIONE DEGLI ATTIVI: PUNTIAMO SUL CARRY  – A nostro avviso, il contesto attuale caratterizzato da crescita modesta e inflazione bassa è positivo per gli strumenti finanziari che consentono di incassare notevoli differenziali di interesse, come le obbligazioni societarie e il debito dei paesi emergenti. Nell’ambito di queste classi di attivo stiamo tentando di individuare i titoli che offrono una remunerazione più elevata, equilibrando rendimento e rischio. I tassi d’insolvenza generalmente bassi e i bilanci societari prevalentemente in buona salute hanno indotto il gestore a mantenere la posizione sovrappesata nelle obbligazioni societarie high-yield europee. Inoltre, questi titoli potrebbero beneficiare dei recenti provvedimenti varati dalla BCE. Per quanto riguarda le obbligazioni dei Paesi emergenti, riteniamo che offrano anche un carry interessante. Abbiamo coperto il rischio di un rialzo generalizzato dei rendimenti attraverso una posizione ribassista (short) sui Treasury USA a scadenza quinquennale. Riteniamo che la liquidità a livello globale sia positiva per questi titoli, ed al contempo la volatilità sui mercati è bassa, i rischi geopolitici si sono attenuati e i rendimenti delle emissioni in valuta locale sono superiori a quelli sul debito USA.

BCE: PIÙ INTERVENTI DEL PREVISTO – La BCE ha annunciato un taglio dei tassi di riferimento, indicando però che i margini per ulteriori riduzioni erano esauriti. La Banca Centrale ha annunciato anche la fine della sterilizzazione degli acquisti di obbligazioni effettuati nel quadro del Security Markets Programme, che consentirà alle banche di incassare 165 miliardi di euro. Questa somma, in effetti, corrisponde a poco meno del 2% del PIL dell’area dell’euro e potrebbe ridurre la domanda di operazioni di rifinanziamento presso la BCE. Il pacchetto di provvedimenti comprende anche nuovi prestiti pluriennali alle banche (Ltro) con scadenza quadriennale per 400 miliardi di euro condizionato alla concessione di credito al settore privato.  Infine la BCE, si preparerà all’acquisto di titoli garantiti da attività (ABS) nel tentativo di far scendere i tassi d’interesse che le imprese devono pagare sui prestiti bancari. Secondo il centro studi europei di Bruxelles, Bruegel, 600 miliardi euro di ABS sono garantiti da prestiti ipotecari (ma questi titoli sono esclusi dagli acquisti della BCE), e ciò significa che lo stock di titoli acquistabili da parte della Banca centrale europea ammonta a circa 330 miliardi di Euro. La portata e gli effetti di questo annuncio della BCE per il momento sono difficili da valutare.

LA PROSSIMA MOSSA – La prossima mossa potrebbe essere l’allentamento quantitativo ma, anche nel caso arrivasse, questo provvedimento non sarà varato in tempi brevi. Numerosi indicatori prospettici stanno segnalando un rafforzamento della crescita: la fiducia dei consumatori e le vendite stanno beneficiando della debolezza dell’inflazione e del calo della disoccupazione. Resta da vedere se tale andamento è in grado di fermare la deflazione, ma potrebbe anche indurre la BCE a non prendere ulteriori provvedimenti. In principio, il varo di stimoli monetari nella zona euro e il proseguimento del tapering negli USA dovrebbe favorire un deprezzamento dell’Euro. Tuttavia se gli investitori cominciano a credere che le nuove politiche della BCE stimolano la crescita e l’inflazione, ciò potrebbe favorire un afflusso di capitali verso l’Eurozona. Inoltre, la moneta unica beneficia anche del sostegno dell’avanzo commerciale registrato dalle economie europee negli ultimi anni.

 

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