Silvani (Lemanik) l’azionario Usa ed europeo tirerà anche nella seconda metà del 2014

MARCO SILVANI – “L’Investimento azionario presenta buone prospettive anche nella seconda parte del 2014, in particolare per quanto riguarda le azioni americane ed europee”. Parola di Marco Silvani, direttore generale di Lemanik. Negli Stati Uniti la ripresa ha preso vigore nel secondo trimestre e forse accelererà ulteriormente nel terzo. Invece, preoccupano i bond dei mercati emergenti dove compaiono alcuni segnali di peggioramento a livello di valuta, crescita e rischi geopolitici legati alla crisi ucraina. “Qui, una correzione è probabile”, ha osservato Silvani. Quanto all’Europa, emerge una situazione non omogenea nei mercati azionari: “preferiamo i titoli dell’Europa continentale, in particolare quelli tedeschi rispetto ai titoli dei Paesi periferici”. Per quanto riguarda nel dettaglio la Borsa italiana, esiste ancora del potenziale”, ha continuato Silvani, “in particolare nel settore manifatturiero, mentre quello finanziario a livello europeo è notevolmente più debole rispetto a quello americano”.

VOLATILITA’ – Sul fronte della volatilità, secondo Silvani, se ci riferiamo all’indice Msci world su base mensile, è ai livelli più bassi degli ultimi 20 anni: la bassa variabilità di mercati e valute e l’abbondanza di liquidità fanno pensare a un secondo semestre non negativo. Tuttavia, vi sono criticità: “nella Borsa di Londra, a causa del rafforzamento della sterlina, che pesa molto sulle esportazioni del regno Unito, soprattutto nei servizi e in Giappone, dove si assiste a momenti di ripresa alternati a fasi di debolezza che si riflettono sul mercato dell’equity”. Infine, l’esperto ha indicato i settori che non sembrano offrire incentivi agli investimenti, ad esempio, le commodity, dove si mescolano fattori macroeconomici con altri di natura più politica e i bond, poco attraenti nel prossimo semestre. In particolare, nel caso dei titoli di Stato greci, se l’investitore ha già investito è preferibile mantenere la posizione, dato che le recenti politiche hanno portato negli ultimi otto mesi un forte innalzamento dei prezzi dei bond. Nel caso, invece, si desiderasse investire ora, tale scelta rappresenterebbe non un’opportunità, bensì un rischio. “Meglio puntare su corporate bond che hanno un rischio di credito e di durata notevolmente inferiore rispetto a bond pubblici come quelli greci” ha concluso Silvani.

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