Bnp Paribas IP, ora la Cina piace di più

STRATEGIA SETTIMANALE – Le vendite al dettaglio USA si sono rivelate migliori del previsto e l’economia cinese ha tenuto abbastanza bene, mentre i dati dell’area dell’euro sono stati nuovamente inferiori alle attese. Le difficoltà di bilancio della holding di controllo di una delle maggiori banche del Portogallo (Banco Espirito Santo) ha fatto tremare i mercati azionari e obbligazionari, ma riteniamo che si tratti di un caso isolato che non presenta rischi sistemici. Le autorità finanziarie di Lisbona, inoltre, dispongono di ampie risorse di liquidità per far fronte alla ricapitalizzazione dell’istituto di credito in caso di bisogno. I mercati paiono condividere questa valutazione, e infatti la calma è tornata in tempi brevi. E’ quanto emerge dall’ultima strategia settimanale di Bnp Paribas Investments Partners, a cura della strategist Laura Tardino.

VENDITE AL DETTAGLIO USA: MEGLIO DI QUANTO SEMBRI 
– Le vendite al dettaglio hanno registrato solo un lieve incremento. Al netto delle vendite di autovetture e carburanti – ovvero rendendo i dati maggiormente comparabili con i consumi nell’ambito delle cifre del PIL – l’incremento sia su base annua che su base mensile è più accettabile. Infatti, secondo le nostre stime i consumi dovrebbero essere cresciuti del 2% nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tale dato è più sostanzioso rispetto al primo trimestre, nel corso del quale il tasso di crescita è stato frenato dalle difficili condizioni meteorologiche e da difficoltà di ordine statistico nel calcolo dei consumi di servizi medici. L’occupazione è migliorata e la ricchezza delle famiglie si è consolidata grazie al rialzo dei prezzi delle case e delle quotazioni azionarie, ma la modesta crescita dei redditi da lavoro ha frenato i consumatori, e gli ultimi dati non mostrano alcun miglioramento. Pertanto, per il secondo trimestre prevediamo una crescita del PIL di circa il 3% su base annua, mentre l’incremento dei consumi nella seconda parte dell’anno dovrebbe rimanere modesto accompagnando un lieve rallentamento del PIL.

ZONA EURO: PRODUZIONE DEBOLE IN LINEA CON LE STIME –
Non c’è molto di buono da dire per quanto riguarda la produzione industriale nell’area dell’euro. Negli ultimi mesi vi sono state nette flessioni sia Germania, che in Francia e in Italia e, per evitare di penalizzare la crescita complessiva, in giugno sarebbe necessario un forte incremento. Tuttavia le ultime rilevazioni del PMI non lasciano spazio a molte speranze, e l’indice ZEW per l’intera area dell’euro ha registrato un calo. L’indice ZEW per la sola Germania mostra lo stesso andamento, e la componente che misura la congiuntura attuale è arretrata per la prima volta quest’anno

GIAPPONE: DOVE SONO GLI INVESTIMENTI?
– La fiducia dei consumatori è tornata ai livelli registrati al momento del varo della cosiddetta “Abenomics”, ovvero l’ambizioso programma di misure di stimolo e di riforme economiche volute dal primo ministro Abe. Abe di recente ha annunciato una nuova serie di riforme, ma senza precisare una tabella di marcia per la loro attuazione: vi sono forti interessi consolidati da superare ed alcuni particolari del piano paiono vaghi. I consumatori tuttavia sono rimasti fiduciosi, malgrado l’impatto negativo dell’aumento dell’Iva scattato in aprile. Anche in Giappone la spesa è stata frenata da una crescita dei salari scarsa al netto dell’inflazione.

PAESI EMERGENTI IN CHIAROSCURO, MA LA CRESCITA HA SVOLTATO IN CINA – I dati cinesi hanno confermato che la crescita ha invertito la tendenza: il PIL, infatti, è salito del 7,5% nel secondo trimestre, in linea con l’obiettivo del governo e in misura lievemente maggiore rispetto al primo trimestre. Le vendite al dettaglio e gli investimenti fissi sono rimasti stabili, mentre la produzione industriale ha registrato una lieve accelerazione. La crescita potrebbe ancora accusare delle battute d’arresto poiché le autorità di Pechino stanno tentando di equilibrare il settore finanziario riducendo la dipendenza dell’economia dagli investimenti, in particolare nel settore immobiliare. Tuttavia l’atteggiamento degli investitori verso la Cina è diventato troppo pessimista, come si evince dai multipli del mercato azionario relativamente bassi e dalle numerose posizioni short nei portafogli. Le banche centrali dei paesi emergenti negli ultimi tempi hanno fornito segnali contrastanti.

ASSET ALLOCATION: SOVRAPPESO IN CINA RISPETTO AI PAESI EMERGENTI – La novità nel comparto azionario è rappresentata dal sovrappeso nell’area geografica cosiddetta Greater China (che comprende Cina, Hong Kong e Taiwan) rispetto ai mercati emergenti globali. A nostro avviso, l’orientamento pessimista degli investitori – che si riflette nelle valutazioni basse e nelle posizioni nette ribassiste – è esagerato. Manteniamo una posizione neutra nel comparto azionario internazionale, con un sovrappeso nell’area dell’euro rispetto al Regno Unito. Il gestore valuta positivamente il carry sul debito societario high-yield europeo e sui titoli dei paesi emergenti in valuta locale. Per quanto riguarda i titoli di Stato, non riteniamo opportuno assumere una posizione short in termini di duration sui titoli tedeschi o USA. Deteniamo posizioni neutre nei seguenti settori: immobiliare globale, titoli convertibili, materie prime e liquidità. L’euro è stretto tra le pressioni dei nuovi stimoli monetari e le stime favorevoli in materia di crescita e inflazione.La ponderazione delle obbligazioni della Germania – in particolare la posizione dei titoli quinquennali rispetto a quelli a trenta anni – dovrebbe beneficiare dell’inclinazione della curva dei tassi. A nostro avviso, i rendimenti quinquennali vengono stabilizzati dalla politica espansiva della BCE, mentre il rialzo dei tassi negli USA potrebbe spingere al rialzo i rendimenti trentennali. Deteniamo una posizione sovrappesata dei titoli Stato italiani rispetto a quelli del Regno Unito, soprattutto poiché la politica espansiva della BCE potrebbe favorire una flessione dei rendimenti dell’Italia, mentre l’orientamento restrittivo della Bank of England potrebbe spingere al rialzo i rendimenti dei gilts. La ponderazione dei titoli quinquennali della Germania rispetto a quelli a 30 anni è destinata a beneficiare dell’inclinazione della curva quando i rendimenti a lunga scadenza saranno spinti verso l’alto dal rialzo dei tassi negli USA.

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