Come investono i fondi pensione

I TRE PILASTRI – Il nuovo decreto “703”, e poi il testo che regolerà gli investimenti delle casse privatizzate, e infine la normativa europea che sta cambiando. Sono i tre pilastri della rivoluzione previdenziale di cui si è parlato all’evento organizzato l’8 luglio a Milano da Assogestioni. Il primo punto riguarda il decreto che a breve dovrebbe sostituire il 703/1996, sui criteri e i limiti di investimento delle risorse dei fondi pensione e sulle regole in materia di conflitti d’interesse.

PERSONA PRUDENTE – Il nuovo testo stabilirà vincoli più qualitativi che quantitativi, come ha sottolineato Gian Paolo Ruggiero, dirigente del ministero dell’Economia e delle Finanze, presente all’evento con Raffaele Capuano, direttore generale della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione istituita con decreto legislativo nel 1993, e con Sonia Maffei, direttore del settore previdenza e immobiliare di Assogestioni. Ruggiero ha segnalato che il nuovo “703” conterrà un’articolata declinazione del principio della “persona prudente”, consentendo così il superamento dell’approccio attuale, basato esclusivamente su limiti quantitativi, e riservando più spazio alle caratteristiche di natura qualitativa.

RIVOLUZIONE PREVIDENZIALE – Il decreto che sostituirà quello del 1996 in linea di principio permetterà tutte le operazioni di investimento ed escluderà solamente quelle espressamente vietate. “C’è una forte attesa per la pubblicazione del testo, che regolerà gli investimenti delle forme di previdenza complementare”, ha commentato Maffei. “Il momento è propizio per una ‘rivoluzione previdenziale’ anche per altri motivi”. Quali? Innanzitutto, il dato emerso dalla relazione Covip, che evidenzia “un aumento delle adesioni, seppure piccolo, che però va inquadrato all’interno del nostro mercato della previdenza complementare, molto diverso da quello di altri Paesi, in cui il settore ha alle spalle una storia ben più lunga.

BOCCATA DI OSSIGENO – Con gli interventi previsti, anche a livello europeo, sulla ridefinizione e il rilancio dei prodotti di previdenza complementare e sul ruolo dei fondi pensioni come investitori istituzionali di lungo periodo, arriverà una boccata d’ossigeno al settore in Italia”. A seguire, la tavola rotonda “Gestori, fondi e casse: finanziamento dell’economia reale e sostenibilità dei rendimenti. Quale futuro per la previdenza integrativa in Italia?”: un confronto fra Oreste Auleta di Eurizon Capital, Paolo Casadonte di Pioneer Investments, Marina Gatti di Bnp Paribas IP, Giuseppe Pagliarani di Assofondipensione, e Sergio Slavec, segretario generale del Fondo agenti spedizionieri e corrieri (Fasc), che ha messo anche in luce il ruolo giocato dalla componente immobiliare.

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