Che fine ha fatto il Bric? Schroders ne analizza lo stato di salute

CHE FINE HA FATTO IL BRIC – Le revisioni delle stime sulla crescita del Pil dei Paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina) da parte del team di economisti di Schroders sono contrastanti in questo trimestre, riflettendo i diversi rischi geopolitici e alcune sorprese legate ai dati macro. Nel dettaglio, la crescita del Pil cinese è stata rivista al rialzo, al 7,3% per il 2014, grazie ai diversi pacchetti di stimoli decisi dal governo e dal costante impegno sul target del 7,5% per l’anno in corso, elementi che hanno dato sostegno all’attività economica. Considerato il contesto di bassa inflazione, potrebbe essere deciso un ulteriore stimolo, sul fronte monetario.
 
IL BRASILE SEMBRA DEBOLE – I dati relativi all’economia brasiliana si sono rivelati più deboli rispetto alle attese ed è difficile prevedere un miglioramento per quest’anno. Al contempo, sul fronte elettorale, Marina Silva costituisce ora una vera minaccia per l’attuale presidente, Dilma Rousseff. Una vittoria di Silva costituirebbe un miglioramento rispetto a Rousseff, ma la reazione dei mercati è difficile da anticipare. “Abbiamo dunque tagliato le nostre stime per la crescita del Pil brasiliano”, si legge nell’analisi curata da Craig Botham, emerging markets economist di Schroders, “allo 0,6% nel 2014 e all’1% nel 2015”.
 
RIFORME FONDAMENTALI IN INDIA – Il progresso del nuovo governo Modi nell’attuazione delle riforme sarà fondamentale per l’economia Indiana. “Per l’anno in corso”, si apprende ancora dal report, “uno scenario di crescita in graduale miglioramento resta il nostro scenario base, con rischi al rialzo legati alla performance delle esportazioni. Tuttavia, la politica monetaria sembra destinata a restare un peso per l’economia, sotto la guida del governatore della banca centrale, Raghuram Rajan, che mantiene un profilo da ‘falco’. Ci aspettiamo il primo taglio dei tassi di interesse nel terzo trimestre del 2015″.

PESA L’INCOGNITA UCRAINA
– L’escalation della crisi in Ucraina e le sanzioni a essa legate hanno fortemente pesato sulle prospettive di crescita dell’economia russa, mentre le sanzioni imposte da Mosca stessa sulle importazioni produrranno probabilmente un’impennata dell’inflazione dei beni alimentari. “Per queste ragioni”, è la conclusione, “stimiamo una crescita dello 0,2% nel 2014 e dello 0,5% nel 2015”.

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