Jp Morgan AM, la selezione come strategia d’investimento “principe”

AZIONARIO – La strategia d’investimento di Jp Morgan Asset Management è chiara. “Noi non compriamo il Paese, ma le società di ogni singolo Paese”, ha sottolineato Massimo Greco, head of europe funds della società di gestione del risparmio, durante l’European Media Tour 2014 che si è svolto nella nuova sede di Londra il 17 e il 18 settembre. Gli esperti di Jp Morgan AM che si sono susseguiti nella due giorni del convegno hanno spiegato che ci troviamo di fronte a una crescita ancora piuttosto debole e frammentaria dell’Europa, in cui c’è ancora molto da fare in termini di riforme strutturali, soprattutto nei Paesi periferici. Ma le occasioni d’investimento ci sono e si trovano in ogni Paese. Basta selezionare con cura.

OCCASIONI ITALIANE – Soprattutto perché, per fare un confronto con il mercato azionario Usa, le azioni europee si trovano ad un prezzo più conveniente, e vantano allo stesso tempo una migliore redditività. “Occasioni ne troviamo anche sul listino italiano delle smal&mid cap, come per esempio Brembo, sconosciuta alla maggior parte degli investitori esteri, ma che offre ritorni interessanti”, ha commento Michael Barakos, cio european equities.

LE MANOVRE DELLA BCE – Un grosso aiuto alla crescita, inoltre, potrebbe arrivare dalle ultime manovre annunciate dalla Bce, che forniranno alle imprese lo slancio necessario per far ripartire l’economia dell’eurozona. “Da una parte c’è il QE della Fed che sembra essere stato sopravvalutato”, ha analizzato Maria Paola Toschi, market strategist di Jp Morgan Asset Management. “Dall’altra vengono sottovalutate le ultime manovre messe in atto da Mario Draghi, che invece potrebbe fornire grandi liquidità. Una sorta di QE europeo, un “credit easing” con l’intento di faciitare il business delle aziende”.

PAESI EMERGENTI – Infine, capitolo mercati emergenti. Anche in questo caso l’approccio ideale resta la selezione, di fronte a Paesi sempre più dominati da incertezze politiche e rischi geopolitici. E dopo un anno – il 2013 – caratterizzato da continui deflussi di capitali, alcuni Paesi emergenti quest’anno, scontato l’effetto tapering americano, presentano ritorni interessanti, come la Russia e l’India, che sta mettendo in atto grosse riforme strutturali per garantire la crescita nei prossimi anni.

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