Carmignac Gestion: cari investitori, se i banchieri centrali si preoccupano voi state tranquilli

MIGLIORI SEGNALI DI STABILIZZAZIONE – I mercati europei sono in preda ai sussulti di un’economia malata curata con elettroshock che, grazie a una serie di trattamenti mirati, nutre ancora qualche speranza, sebbene la prognosi di guarigione globale sia molto incerta. In altre parole, il settore finanziario, l’organo vitale sul quale agisce in prima battuta la Banca Centrale Europea, presenta oggi i migliori segnali di stabilizzazione, sia per i debiti sovrani periferici che per il settore bancario, sotto forma di azioni o di obbligazioni corporate. “Siamo posizionati in questi settori, anche se abbiamo già ridotto il nostro profilo di rischio”, spiega Didier Saint-Georges, membro del comitato investimenti di Carmignac Gestion. “Inoltre, la divergenza tra l’economia statunitense e quella europea rafforza la view di un euro materialmente indebolito rispetto al dollaro. Ci siamo posizionati in tal senso. Ma non illudiamoci: come conferma l’andamento deludente della ripresa giapponese, il deprezzamento della moneta, da solo, non basterà a rilanciare la crescita dell’economia europea. Il suo impatto sulle esportazioni dipende dalla domanda globale, e – rendendo le importazioni più costose – il suo effetto sulla domanda interna potrebbe perfino rivelarsi recessivo se non coincide con l’aumento dei salari (prospettiva ancora ben lontana in Europa considerata l’alta disoccupazione)”.

DOSE DI RICHIAMO IN GIAPPONE
– In Giappone, “l’impatto dell’Abenomics lanciata a fine 2012 inizia a perdere colpi e richiederebbe con urgenza una dose di richiamo. Potrebbe assumere la forma di un sostegno rafforzato da parte del presidente della BoJ Haruhiko Kuroda, e, come abbiamo visto in Francia, potrebbe essere arricchito da un rimpasto di governo per riaffermare la volontà di riforme. Tali misure di rilancio sono indispensabili per garantire il buon esito del prossimo rialzo dell’aliquota Iva, previsto in ottobre 2015, e con esso la coerenza della riforma di bilancio nel suo complesso. Questo riconsidererebbe la nostra esposizione al Giappone, progressivamente ridotta nel corso dell’anno. Nel mondo emergente, il bisogno crescente di riforme strutturali continua a definire l’orizzonte di investimento ma fortunatamente le condizioni economiche aiutano. Questo vale per la Cina, dove la debolezza del mercato immobiliare e l’impatto negativo sul credito delle riforme in materia di regolamentazione finanziaria inducono le autorità monetarie a mantenere una politica di sostegno. Lo stesso vale, sebbene in misura diversa, anche per l’India e il Messico, paesi che hanno finalmente avviato le tanto attese riforme strutturali e che beneficiano peraltro della ripresa del ciclo economico. In Brasile, il mercato ha già iniziato a prevedere un cambiamento del governo per il meglio, ma l’ormai probabile elezione di Marina Silva alle presidenziali di ottobre potrebbe aprire nuove prospettive l’economia in affanno. Infine, è chiaro che la conferma di una liquidità globale tuttora abbondante rappresenta un sostegno supplementare per gli asset emergenti”.

CONSAPEVOLI DEI LIMITI DEI BANCHIERI CENTRALI
– Da questa panoramica, emerge che “le pressioni deflazionistiche permettono ai banchieri centrali di mantenere il loro sostegno ai mercati, a tutto vantaggio degli interessi degli investitori sia azionari che obbligazionari. Tuttavia, bisogna essere ben consapevoli dei limiti dello scenario ‘migliore dei mondi possibili’, poiché un aumento persino maggiore delle pressioni deflazionistiche prima o poi avrà un effetto distruttivo sull’economia reale che si ripercuoterà sui mercati azionari. Una franca ripresa del ciclo economico globale provocherebbe invece una veloce normalizzazione dei tassi di interesse. La credibilità dei banchieri centrali, loro malgrado, incoraggia gli investitori ad assumere rischi. Ma occorre restare molto lucidi sui limiti del loro operato”, conclude l’esperto.

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