Natixis Global AM: se ci si vuole proteggere, meglio le asset class alternative

LA RICERCA – Come bilanciare obiettivi di lungo periodo e bisogni di breve termine in uno scenario di mercato caratterizzato da preoccupazioni a livello geopolitico, economia europea in difficoltà e tassi di interesse in aumento? Per gli investitori istituzionali a livello internazionale, una risposta potrebbe essere quella di muoversi verso asset class alternative non correlate ai mercati. E’ quanto emerge da una ricerca di Natixis Global Asset Management, che ha intervistato tra ottobre e novembre di quest’anno 642 investitori istituzionali, tra i quali rappresentanti di fondi pensione pubblici e privati, fondi sovrani e compagnie assicurative di 27 paesi diversi, per un totale di 31.000 miliardi di dollari di masse in gestione. Tra questi, gli intervistati in Italia sono stati 43 per un totale di 2.000 miliardi di dollari di asset.

BISOGNI IMMEDIATI E FUTURI – Nel dettaglio, l’80% degli investitori a livello globale afferma che nell’attuale scenario è complicato generare rendimenti stabili e il 68% si aspetta di avere delle difficoltà nel gestire le uscite future a causa della crescente longevità della popolazione, una percentuale che si attesta al 66% per quanto riguarda l’Italia. Una soluzione a questa difficoltà, sulla quale stanno puntando soprattutto gli istituzionali del Belpaese, è appunto l’uso crescente di asset class non correlate (il 75% contro il 71% registrato a livello globale).

CONSULENTI FINANZIARI – Un altro fattore emerso con chiarezza dalla ricerca è il ruolo dei consulenti finanziari nel supporto agli investitori privati: il 91% degli istituzionali italiani è convinto che i risparmiatori dovrebbero cercare il supporto professionale di un consulente finanziario qualificato, mentre l’84% riconosce che prendere decisioni di investimento sull’onda emotiva può portare a rendimenti più bassi su un orizzonte di lungo periodo.

QUATTRO PREOCCUPAZIONI – Quanto alle prospettive dei mercati, secondo gli intervistati le quattro potenziali minacce alla performance degli investimenti nel prossimo anno sono rappresentate dagli eventi geopolitici (per il 17% degli investitori a livello globale), dai problemi economici dell’Europa (13%), dalla crescita più lenta della Cina (12%) e dall’aumento dei tassi di interesse (11%). Rispetto alla media globale, gli istituzionali italiani sembrano più preoccupati della situazione in Europa e dell’andamento al rialzo dei tassi di interesse. Più di un quinto (23%) considera i problemi economici in Europa come il maggiore rischio per il 2015, seguito dall’aumento dei tassi di interesse (16%) e dalla crescente correlazione tra i mercati finanziari (12%).

MEGLIO LE AZIONI –
Preferenza per le azioni, ma ancora molto prudenti – Guardando al 2015, gli investitori istituzionali sono consapevoli del trend al rialzo dei tassi di interesse e prediligono le azioni. Secondo la ricerca, gli investitori a livello globale prevedono di modificare i loro portafogli obbligazionari e la loro asset allocation nel momento in cui i tassi saliranno. Gli istituzionali in Italia sono quelli che maggiormente intendono posizionarsi su obbligazioni con duration più corta (60%) o dichiarano di ridurre la loro esposizione al reddito fisso (58%). Il 43% degli investitori intervistati a livello globale prevede che l’azionario sarà l’asset class migliore nel 2015, con le azioni degli Stati Uniti al di sopra di quelle di tutte le altre aree geografiche. Un altro 28% vede gli asset alternativi come i top performer, con il private equity al primo posto in questa categoria.

IL COMMENTO – “I dati della ricerca dimostrano come gli investitori istituzionali italiani siano alla ricerca di strumenti migliori che possano combinare crescita di lungo termine e protezione dagli shock di mercato” ha commentato Antonio Bottillo, amministratore delegato per l’Italia di Natixis Global Asset Management. “Per cercare di rispondere a queste esigenze, crediamo che un approccio orientato al rischio, unito all’uso di strategie flessibili, non correlate e alternative possa essere in grado di navigare attraverso differenti scenari di mercato e di soddisfare le necessità future”.

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