Ubs, parla l’esperto: ecco perché tra gli emergenti mi convince l’India

MERCATI EMERGENTI – Quali sono le previsioni sugli emergenti di un esperto come Projit Chatterjee (nella foto), Ubs Equity Strategist Global Emerging Markets and Asia Pacific? BLUERATING lo ha chiesto direttamente a lui, facendo un’analisi delle prospettive delle singole economie e traendone anche qualche spunto sui mercati. Stessa analisi che peraltro ha proposto nell’intervento tenuto in occasione della presentazione del Market Outlook 2015 il 4 dicembre a Milano, tappa finale del roadshow “Il Viaggio Conta”.

Quali sono le ragioni che spiegano le modeste performance dei mercati emergenti negli ultimi anni?
Sin dai primi anni duemila, i mercati emergenti e l’Asia hanno registrato una crescita continua. Il boom economico ha portato con se l’incremento dei salari, dei costi di manodopera e di produzione, l’apprezzamento delle valute e conseguentemente anche inflazione in aumento. Tutto ciò ha contributo alla perdita di competitività dei mercati emergenti rispetto ai mercati sviluppati. Pensiamo per esempio che in Brasile e in Cina, negli ultimi dieci anni, il costo del lavoro è cresciuto di circa il 10% all’anno in termini di dollari Us, mentre nello stesso periodo negli Stati Uniti è rimasto più o meno allo stesso livello. Con questo confronto, è immediato comprendere come la competitività si sia ridotta. Dall’inizio della crisi finanziaria globale, i tassi di interesse nei paesi sviluppati (per esempio negli Stati Uniti e in Europa) si sono posizionati vicini allo zero. Questo fattore ha avuto un impatto anche sui mercati emergenti, dove i tassi di interesse reali si sono avvicinati, allo stesso modo e nello stesso periodo, allo zero. Con questo basso livello di tassi di interesse le persone sono maggiormente disposte a chiedere prestiti e abbiamo registrato un aumento del credito e della leva specialmente in Asia. Oggi il rapporto tra credito finanziato al settore privato e Pil ha raggiunto in Asia livelli superiori a quelli registrati durante la crisi asiatica. Per fortuna si tratta soprattutto di debito interno e pertanto non ci troviamo in una situazione di crisi. Sussiste tuttavia un problema, poiché questa perdita di competitività e l’elevato livello di leva finanziaria si traducono per questi Paesi in un calo della redditività con un conseguente deterioramento della bilancia dei pagamenti e corrente. Queste sono alcune delle sfide che i mercati emergenti e l’Asia hanno dovuto affrontare negli ultimi anni.

Sulla base delle motivazioni che ci ha appena spiegato, quali sono secondo lei le prospettive di breve e di lungo termine dei mercati emergenti?
Questi cambiamenti hanno portato nel breve termine a un rallentamento di molte di questi paesi. Guardando al lato positivo, il rallentamento dell’economia ha indotto una correzione negli stessi indicatori di rischio macroeconomici dei quali ho precedentemente parlato. Alcune delle economie più vulnerabili, specialmente in Asia, hanno visto una correzione della propria valuta e della propria bilancia corrente. I rischi potenziali tuttavia possono derivare proprio dall’incremento della leva finanziaria che ho menzionato precedentemente: nonostante si tratti di debito interno, ci sono ancora alcuni Paesi che registrano un deficit sia nel bilancio corrente sia nel bilancio fiscale, e che quindi rimangono vulnerabili rispetto al flusso di capitali esterni che possono essere influenzati dalle politiche monetarie. In ogni caso, penso che il livello di vulnerabilità sia molto più basso rispetto all’anno passato, in quanto oggi la situazione del bilancio corrente è migliorata. Un aspetto positivo è che molti paesi, soprattutto in Asia, sono attualmente guidati da governi favorevoli al business e alla realizzazione di riforme. Un esempio sono l’India, l’Indonesia, la Tailandia e la Cina. Ancora, le valutazioni si collocano al di sotto della media storica e sono inferiori a quelle dei mercati sviluppati, probabilmente come conseguenza delle sfide che questi paesi stanno affrontando. La prospettiva di lungo periodo è ancora più positiva, perché queste regioni continueranno a crescere a un ritmo più veloce rispetto ai mercati sviluppati e alle altre aree. La crescita dei mercati emergenti sarà guidata da dinamiche demografiche favorevoli, dall’urbanizzazione, dalla crescita del reddito e dei consumi. Penso dunque, che con il miglioramento di alcuni indicatori di rischio macroeconomici, i mercati si concentreranno di nuovo sulla forza dei fondamentali di questi Paesi.

Dunque, secondo lei quali sono le opportunità di investimento nei mercati emergenti?
A livello azionario, direi che le opportunità si trovano in molti settori e in molte aree, anche in alcuni dei mercati più complessi. Tuttavia, vorrei citare due regioni in particolare. La prima è l’India. L’India ha una delle popolazioni più giovani e più grandi al mondo, un processo di urbanizzazione ancora lungo davanti a sé e ora anche un governo propenso alle riforme e favorevole al business. L’economia di questo paese ha attraversato una fase di difficoltà negli ultimi anni, e il suo ciclo economico ha raggiunto un punto che vede ancora ampi spazi di miglioramento. Questo è il quadro macroeconomico. Anche a livello microeconomico, e di selezione bottom-up di singoli titoli, l’India offre al momento alcune delle migliori aziende presenti sui mercati emergenti, con eccellenti prospettive di crescita e capacità manageriali di alto livello. Si tratta certamente di un’area ricca di opportunità che si trovano in tutti i settori del mercato indiano. La seconda area è la Cina, ma per motivazioni completamente diverse. La Cina sta portando avanti un radicale programma di riforme con l’obiettivo di riequilibrare la propria economia. Ciò significa che in futuro la crescita rallenterà. È tuttavia probabile che sia più sostenibile nel lungo periodo, anche se questo nel breve periodo comporta rischi e opportunità. La situazione porterà a una potenziale selezione di vincitori e vinti di diversi settori, industrie e aziende. L’assistenza sanitaria, le assicurazioni, internet, media, giochi e istruzione sono i settori e le aree di attività più interessanti. Il nostro focus è l’identificazione di società che siano o possano essere leader all’interno di questi settori e che possano creare un vantaggio competitivo.

Al momento, quali sono le soluzioni di investimento dalle quali possono trarre beneficio gli investitori?
Ritengo interessanti due aree in termini di soluzioni di investimento, che penso abbiano senso anche in un contesto di breve periodo così incerto. La prima è quella delle piccole aziende in Asia. Penso che offrano un’interessante opportunità di investimento, perché nella loro prima fase di sviluppo hanno prospettive di crescita maggiori rispetto alle grandi aziende. Inoltre, questo segmento è anche meno osservato rispetto a quello delle grandi aziende, il che significa che c’è spazio per maggiori inefficienze e più opportunità di individuare i futuri vincitori per quegli asset manager con competenze e capacità. In effetti, negli ultimi quindici anni, le aziende più piccole in Asia hanno fornito un profilo di rischio-rendimento migliore, sia rispetto alle grandi società sia alle piccole e grandi aziende globali. L’altro tipo di investimento che vorrei menzionare, non altrettanto entusiasmante ma interessante come opportunità, riguarda le società ad alto dividendo dei mercati emergenti in Asia. Le aziende in queste regioni hanno sempre pagato dividendi stabili e crediamo che siano anche sostenibili. L’aspettativa di vita nei mercati emergenti asiatici è cresciuta drasticamente negli ultimi 25 anni e questo ha comportato la necessità di aumentare il livello delle pensioni. Questa esigenza si è trasformata tramite gli asset manager e i gestori di fondi in una richiesta di dividendi più alti per le aziende. Quindi, se si guarda alla performance delle azioni ad alto dividendo nei mercati emergenti e in Asia degli ultimi dieci-quindici anni, si può notare come abbiano offerto buoni rendimenti adeguati al rischio, probabilmente migliori rispetto al resto del mercato. Penso che in futuro ci sia un ampio potenziale in questo segmento.

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