Carmignac: “Per trovare rendimenti serve anche una corretta gestione del rischio”

PARLA EDOUARD CARMIGNAC – Il 2015 è iniziato con nuove sfide per i mercati finanziari globali. E nuove incertezze: dal crollo dei prezzi del petrolio, all’apprezzamento del dollaro e, in ultimo, gli effetti futuri del quantitative easing lanciato dalla Bce. Quali saranno i driver della crescita per il 2015? Edouard Carmignac non sembra avere dubbi e punta sui titoli ad alta crescita e buona visibilità e con forte esposizione al dollaro, come ha spiegato durante la conferenza trimestrale dell’omonima società di gestione che si è tenuta oggi a Parigi. Altrettanto fondamentale per l’investitore di fronte a queste incertezze sarà la gestione del rischio. “Crediamo sia fondamentale a proteggere il valore degli asset dei clienti”, afferma Edouard Carmignac. “L’investimento non sta solo nella scelta giusta del titolo, ma anche nell’inserire l’investimento in una corretta gestione del rischio”.

OCCHIO ALLA VOLATILITA’ – Cosa ci dobbiamo aspettare per quest’anno quindi? Per quanto riguarda l’Europa, la mossa del governatore Mario Draghi avrà sicuramente effetti benefici per l’azionario. Ma, fa notare Frederic Leroux, global fund manager di Carmignac, occhio “alla volatilità che è tornata, in una forma molto diversa da quella a cui eravamo abituati nel 2012”. Cosa fare quindi? Secondo il gestore bisognerà puntare su azioni difensive ed evitare i titoli ciclici. Nel corso del mese di gennaio, ribadisce Didier Saint-Georges, membro del comitato investimenti, la volatilità dei mercati azionari è nettamente aumentata. “In dicembre l’Eurostoxx50 ha nuovamente raggiunto i massimi storici dell’anno dopo il picco di ottobre. Questo nuovo regime richiede un approccio flessibile, volto ad attenuare i picchi di volatilità attraverso una gestione attiva della componente azionaria. In tale contesto restiamo estremamente selettivi, privilegiando i titoli con un profilo di crescita strutturale”.

MERCATO OBBLIGAZIONARIO – Altro tema caldo i mercati obbligazionari. “Continuiamo a realizzare profitti in modo regolare sulle posizioni in debiti sovrani dei Paesi periferici europei”, ha aggiunto Didier Saint-Georges. E ovviamente per una corretta gestione del rischio, l’investimento in bond europei è bilanciato nel fondo Carmignac global bond, spiega il gestore Rose Ouahba, head of fixed income markets, da investimenti “rifugio” come in bond statunitensi, inglesi e neozelandesi. Un secondo driver di crescita per la società, inoltre, sono i bond bancari. “Dal 2012 investiamo in covered e senior bond delle banche europee, che ora però offrono un rendimento sotto all’1%. Ci siamo rivolti quindi ai debiti subordinati che offrono rendimenti superiori, ma sempre mantenendo un atteggiamento molto selettivo nei confronti dei titoli da comprare. E sempre con un occhio di riguardo alla denominazione in dollari, per sfruttare l’apprezzamento della valuta Usa”, ha sottolineato Ouahba.

MERCATI EMERGENTI – Un ultimo accenno ai mercati emergenti, nei quali lo shock petrolifero in atto ha aumentato la differenziazione tra Paesi virtuosi e non (quelli cioè che non hanno implementato le giuste riforme interne e si affidano solo all’export di petrolio). “Da questo quadro l’India esce sicuramente vincitricee e presenta tante occasioni d’investimento”, ha evidenziato Simon Pickard, head of emerging markets. “Investiamo principalmente in società con molta liquidità e che presentano bilanci solidi. Il mercato cinese e quello indiano sono aree interessanti. Abbiamo un approccio stock picking e cerchiamo storie di crescita solida su cui puntare a lungo termine. Abbiamo anche ridotto l’esposizione verso i Paesi esportatori di petrolio, ad eccezione del Messico. Nel fondo Carmignac Emerging Patrimoine, l’Asia rimane l’area geografica più importante, con una preferenza per i titoli azionari cinesi e la rupia, la valuta indiana, che sfrutta il calo dei prezzi del petrolio”.

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