Fondi europei, Lussemburgo e Irlanda primi per raccolta nel 2014

IL SETTORE – Raccolta e patrimonio record nel 2014 per i fondi di investimento a livello europeo. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla European Fund and Asset Management Association (Efama), gli afflussi netti complessivi –fondi Ucits e non Ucits -  si sono attestati a 634 miliardi di euro, mentre gli asset totali hanno messo a segno una crescita del 16% rompendo la soglia degli 11mila miliardi di euro. Questo risultato, raggiunto nonostante una crescita lenta, minacce deflazionistiche e tensioni geopolitiche nel Vecchio Continente, può essere spiegato da diversi fattori, evidenzia Efama: la ricerca di rendimenti in un contesto di tassi di interesse bassi, l’attrattività dei fondi di investimento in termini di protezione, la varietà di strategie e profili di rischio disponibili nel settore e le mosse messe in campo dalla Bce per incentivare la crescita.

FONDI UCITS – Nel dettaglio, i fondi armonizzati alla normativa Ucits hanno raccolto 472 miliardi di euro nel 2014, portando gli asset totali a 7.979 miliardi di euro (+16,3% su anno). All’interno di questa categoria si evidenzia il buon andamento dei fondi obbligazionari, con sottoscrizioni per 191 miliardi di euro. Seguono i fondi bilanciati con 187 miliardi e i fondi azionari con 61 miliardi. I fondi monetari hanno chiuso il 2014 con riscatti per 5 miliardi di euro, in miglioramento dal rosso di 85 miliardi registrato nel 2013.

LA CLASSIFICA PAESE PER PAESE – A livello di domiciliazione geografica dei fondi Ucits, la medaglia d’oro per raccolta 2014 va al Lussemburgo con oltre 228 miliardi di euro, seguito dall’Irlanda con 112 miliardi e dalla Spagna con 36 miliardi. L’Italia si posiziona subito giù dal podio con 33 miliardi di euro, mentre a chiudere la top 5 è il Regno Unito con 22 miliardi. A distinguersi in negativo è stata invece la Francia, che tra gennaio e dicembre ha registrato 22 miliardi di deflussi dai suoi fondi armonizzati alla normativa Ucits. Male anche l’Olanda (-4,1 miliardi) e il Liechtenstein (-1,3 miliardi).

GLI ASSET – Per quanto riguarda invece la suddivisione degli asset tra i diversi Paesi del Vecchio Continente, la fetta più consistente risulta in mano al Lussemburgo, che con 2.642 miliardi di euro detiene circa il 33% del patrimonio complessivo del settore. Seguono l’Irlanda con 1.274 miliardi, pari al 16% del totale, la Francia con 1.146 miliardi (14,4%), e il Regno Unito con 995 miliardi (12,5%). Sotto il 10% le quote detenute da Svizzera, quinta con 336 miliardi (4,2%), Germania, sesta con 296 miliardi (3,7%), Svezia, settima con 249 miliardi (3,1%) e Spagna, ottava con 226 miliardi (2,8%). L’Italia si colloca al nono posto con 196 miliardi (pari al 2,5% del totale), subito davanti al Belgio che chiude la top ten con 104 miliardi (circa l’1,3% del patrimonio complessivo).

FONDI NON ARMONIZZATI
– Quanto infine ai fondi non armonizzati alla normativa Ucits, la raccolta netta annuale si è attestata a 162 miliardi, portando gli asset a 3.362 miliardi (+14,3%). Considerando il patrimonio del settore a livello aggregato – Ucits e non Ucits – la quota più alta resta domiciliata in Lussemburgo (3.094 miliardi, pari al 27% del totale). Seguono Irlanda (14,6%), Francia (14%) e Germania (13,9%).

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