Pross (Allianz GI), “gestione attiva ancora vincente”

Il futuro dell’industria europea dell’asset management, l’arrivo della direttiva Mifid 2 e l’avvento di servizi innovativi come la robo advisory. Sono i temi trattati in questa intervista rilasciata a BLUERATING da Tobias Pross, head of Europe, Middle East and Africa di Allianz Global Investors. “Sono lontani i tempi in cui gli investitori potevano ottenere un rendimento del 5-6% annuo acquistando un titolo a reddito fisso, senza esporsi a troppi rischi”, dice Pross che fa una previsione: “L’attuale scenario caratterizzato da bassi tassi d’interesse è destinato a durare ancora a lungo e pone gli investitori di fronte alla necessità di occuparsi con maggiore attenzione della gestione della propria ricchezza finanziaria, ricorrendo alle soluzioni che solo il settore dell’asset management oggi può offrire”.

Dunque l’industria dei fondi comuni non deve temere la concorrenza dei prodotti low cost e a gestione passiva come gli Etf?
Nello scenario che ho appena descritto, con i tassi d’interesse a zero, per ottenere dei rendimenti elevati bisogna necessariamente mettere in atto strategie d’investimento elaborate. Per questo gli investitori devono necessariamente porsi un interrogativo: è meglio seguire passivamente i mercati o cercare dei prodotti finanziari capaci di dare un valore aggiunto al portafoglio?

La risposta sembra scontata…
Appunto per questo dico che la scelta di una gestione attiva appare la soluzione più indicata per andare alla ricerca di un extra-rendimento, anche puntando su asset class alternative.

Cosa ne pensa invece dell’avvento di servizi di nuova generazione come la robo advisory?
Allianz guarda di sicuro con attenzione a questo fenomeno. Non a caso nell’autunno scorso abbiamo investito nella nota piattaforma di robo advisory MoneyFarm. Tuttavia credo che anche i servizi di investimento tecnologicamente più avanzati non potranno mai prescindere dall’apporto del lavoro umano e del contatto con dei consulenti finanziari in carne e ossa, anche se a distanza o con mezzi avanzati.

L’industria europea dell’asset management, secondo lei, è pronta all’appuntamento con la Mifid 2?
Credo che ci siano ancora alcuni problemi aperti. Ma non per le grandi case di asset management come la nostra bensì per le piccole boutique finanziarie, che saranno obbligate a rispettare diversi obblighi normativi e a conservare una notevole mole di dati.
Si tratta di procedure che comportano inevitabilmente un incremento dei costi operativi che per le società più piccole pesano molto.

Che importanza ha il mercato italiano per il vostro gruppo?
L’Italia, dove abbiamo asset in gestione per quasi 50 miliardi di euro, è per noi un mercato chiave in Europa ed è il terzo per importanza dopo quelli di Germania e Francia.

Ci sono dei canali distributivi su cui punterete con maggior decisione nel nostro Paese?
Ci muoviamo ad ampio raggio e cerchiamo di presidiare con attenzione qualsiasi canale distributivo, dalle banche alle grandi reti di consulenti finanziari sino ai mandati istituzionali come quelli per la gestione dei fondi della previdenza integrativa.

Nell’industria del risparmio gestito, in tutta Europa, ci sono state di recente importanti operazioni di M&A. Siete interessati a qualche acquisizione?
Siamo ancora interessati a fare acquisizioni ma ci muoviamo con una logica ben definita. Ogni operazione deve cioè portare valore aggiunto e maggiori capacità all’interno del gruppo, attraverso l’inclusione di società con un business complementare al nostro.

Qualche esempio?
Posso citare le operazioni che abbiamo fatto lo scorso anno e che sono avvenute con la logica che ho appena descritto. Nel febbraio del 2016 abbiamo acquisito Rogge Global Partners, società con sede a Londra che ci ha permesso di rafforzare ulteriormente le crescenti competenze di Allianz GI nel settore del reddito fisso. A dicembre del 2016 invece abbiamo acquisito una società americana che si chiama Sound Harbor Partners, specializzata nel settore del private credit.

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