Ubi Pramerica, cercare il rendimento tra equity e obbligazioni

Il 2015 ha visto partire i mercati azionari del Vecchio Continente in modo eccezionale. L’azione della Bce, che ha infranto il tabù del quantitative easing, ha intonato positivamente una fase che già si stava orientando in modo costruttivo. Ecco come la pensa Emilio Franco (nella foto), Cfa, vice direttore generale e responsabile investimenti Ubi Pramerica sgr, società di gestione del risparmio del gruppo Ubi Banca nata dall’accordo con la statunitense Pramerica Financial.

Cosa sta succedendo?

È in atto una ripresa generata dall’effetto “idraulico” di recupero dell’attività produttiva dopo un secondo semestre del 2014 pessimo, ripresa alimentata da condizioni finanziarie assai accomodanti, grazie a tassi molto bassi ed euro debole, petrolio e commodity scese massicciamente. Tutto ciò libera potere di acquisto per i consumatori, che, insieme alle imprese, iniziano a trovare sponda per far crescere consumi e investimenti in banche più disponibili a prestare.

In ottica di lungo termine, l’Italia resta interessante?
L’investimento azionario in zona euro e in mercati più rischiosi come l’Italia continua a offrire interessanti opportunità. Le aspettative di utili aziendali saranno riviste al rialzo, il che rende le valutazioni del mercato, specialmente quelle relative alle obbligazioni “core”, ancora più attraenti. L’evidenza, infine, mostra che lo scetticismo sulla capacità dei nostri policy maker di reflazionare l’economia si è tradotta in un marcato sottopeso nei grandi portafogli esteri, che progressivamente si stanno riposizionando sul continente, come si evince dagli importanti flussi di acquisto in atto. Non dobbiamo commettere l’errore di estrapolare dai recenti rialzi una dinamica lineare di rivalutazione per il futuro. Arriveranno, come sempre accade, delle correzioni dei mercati, magari innescate dalla Fed, avviata verso l’inizio della normalizzazione della politica monetaria, che gli operatori continuano a scontare come assai benigna. Momenti di risalita della volatilità andranno interpretati come interessanti opportunità di acquisto per gli investitori sulle azioni dell’area euro.

Il contesto attuale di compressione dei rendimenti obbligazionari “core” come si può sfruttare?
I rischi legati alla duration sono elevati, sebbene non necessariamente imminenti, dato il quadro di crescita in generale contenuto, il contesto inflazionistico che non desta preoccupazioni e l’approccio costruttivo delle principali banche centrali. C’è ancora un po’ di valore da estrarre dalla curva governativa italiana nella parte più lunga. Attraenti restano le obbligazioni ad alto rendimento a breve termine in Usa e in generale in eurozona.

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