Top Advisor: ecco perché abbiamo pensato al tema delle tasse

BILANCIO FINALE – Come ormai da un po’ di tempo l’andamento dei mercati è determinato da condizioni esogene che, insieme al QE con tassi ridotti al lumicino impedisce per ora l’esaurirsi dei movimenti rialzisti. E’ questo il contesto in cui si giocano le battute finali del concorso Top Advisor, organizzato da Pictet in collaborazione con Fida. Ne abbiamo parlato con Luca Lodi (nella foto), manager di Fida.

Il concorso è ormai al terzo giro di boa inoltrato, è tempo di bilanci?

Direi di si, quest’anno, come ho già avuto modo di dire, il concorso ha mutato natura, a prescindere dalle novità del regolamento. Tanta partecipazione attiva che ha reso particolarmente impegnativo il nostro contributo e che ci ha fornito molti spunti di riflessione per le prossime edizioni.

I concorrenti hanno saputo cavalcare la fase favorevole dei mercati azionari?

Globalmente la risposta è affermativa, se guardiamo all’asset allocation generale, quella aggregata di tutti i concorrenti, la quota azionaria è sempre stata elevata e si è rafforzata nel tempo ben oltre quella del benchmark. Se negli ultimi mesi del 2014 qualche correzione ha ribilanciato le performance, dal 2015 questa strategia è stata particolarmente efficace, almeno dal punto di vista del rendimento di portafoglio.

E dal punto di vista della classifica?

Non proprio. L’information ratio, che abbiamo scelto come parametro di riferimento, valuta la performance rispetto al benchmark, combinandola però con la capacità di replicarne l’andamento, cioè di rimanerne correlati. Per averne degli esempi basta scorrere la classifica generale per notare che sebbene il rendimento sia uno degli elementi che la influenzano, non è quello determinante. E non lo è neanche la volatilità assoluta, come si potrebbe erroneamente intuire.

Una novità di quest’anno sono state anche le tasse …

Si, l’ottimizzazione fiscale sta diventando un tema sempre più centrale anche per le aliquote via via più importanti cui tutti siamo sottoposti. La controversa scelta di applicare la tassazione nel concorso ha avuto secondo me il pregio non solo di metterne in evidenza il peso assoluto, ma anche di mostrare come sia possibile gestirne la dinamica. E’ sempre bene tenere conto che ogni operazione di switch, nel concorso come nella realtà, dà origine al pagamento della tassazione latente e che questa non è compensabile con le perdite realizzate precedentemente. In sostanza significa che le politiche attive sono divenute particolarmente onerose e per essere vantaggiose devono essere particolarmente efficaci.

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