Natixis Global AM: 3 strategie da seguire con la Fed che aumenta i tassi

LE MOSSE DELLA FED – L’aumento dei tassi di interesse previsto per il 2015 da parte della Fed (nella foto, la presidente Janet Louise Yellen) ha rappresentato un forte catalizzatore per i vari picchi di volatilità registrati sui mercati. Si tratta forse di reazioni eccessive nei confronti del piano statunitense di normalizzazione dei tassi d’interesse oppure è bene che gli investitori in tutto il mondo mantengano alta la guardia? Vari esperti di investimenti obbligazionari, valutari, alternativi e azionari con copertura, tutti del gruppo Natixis Global Asset Management (le quattro società citate sotto fanno parte di Natixis Global Asset Management, n.d.r.), spiegano come la Fed potrebbe implementare la prima mossa, quali mercati ne saranno più e meno condizionati e come preparare i portafogli a tale evento.

RIALZO ENTRO FINE ANNO
– “Dopo un lungo periodo di tassi bassi, diversi nostri esperti degli investimenti stimano che un rialzo dei tassi da parte della Fed possa avvenire entro la fine dell’anno, anche se in maniera cauta”, sottolinea Antonio Bottillo, country head ed executive managing director per l’Italia di Natixis Global Asset Management. “Tale aumento potrà portare con sé delle opportunità su diversi segmenti del mercato obbligazionario, ma anche dei rischi legati all’aumento della volatilità. L’attenta selezione delle singole opportunità di investimento, unita all’utilizzo di tecniche di gestione della volatilità e all’inserimento di strategie non tradizionali o alternative, possono contribuire alla costruzione di portafogli più robusti in grado di affrontare tale rinnovato contesto di mercato”.

STRETTA MONETARIA DEBOLE
Rick Harrell, senior sovereign analyst presso Loomis, Sayles & Company, ritiene che “è probabile che la Fed dia inizio alla politica di normalizzazione a settembre di quest’anno. Sebbene l’economia statunitense sia solida, l’apprezzamento del dollaro e la debole crescita di molte economie emergenti stanno determinando un rallentamento. Tale situazione, unitamente al crollo dei prezzi dell’energia, ha raffreddato il quadro inflazionistico e probabilmente indurrà la Fed a muoversi con cautela. Riteniamo che il ritmo della stretta monetaria sarà piuttosto debole in tale scenario”.

“RELATIVAMENTE BASSI”Scott Schweighauser, president e portfolio manager di Aurora Investment Management, segnala che “è difficile prevedere con esattezza quando avverrà l’aumento dei tassi, specialmente a fronte di segnali tra loro contrastanti, nello specifico la prospettiva di una riduzione dell’inflazione a seguito del recente sell-off delle commodity, in contrasto con le tendenze positive di crescita e occupazione negli Stati Uniti. Ciò detto, riteniamo che la Federal Reserve potrebbe cominciare ad aumentare i tassi alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo. Ad oggi, i segnali sembrano suggerire che la banca centrale procederà lentamente, il che significa che i tassi dovrebbero restare relativamente bassi ancora per un certo periodo di tempo”. Per Brigitte Le Bris, head of emerging markets & currency di Natixis Asset Management, “la Fed ha messo in chiaro che comincerà ad aumentare i tassi non appena i dati economici saranno più robusti. Di conseguenza, prevediamo che la Fed inizierà il ciclo di aumenti prima della fine dell’anno”.

TRE STRATEGIE DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE
David Jilek, chief investment strategist di Gateway Investment Advisers, sottolinea che “l’impegno alla normalizzazione della politica monetaria da parte della Fed ha messo in moto forze a lungo termine che hanno implicazioni considerevoli per gli investitori. Una conseguenza potrebbe essere la necessità per gli investitori di adeguare alcune delle asset allocation in portafoglio per aumentare la probabilità di conseguire i propri obiettivi a lungo termine. Ecco tre strategie da prendere in considerazione: continuare a preferire le azioni rispetto alle obbligazioni; non avere timori sul mercato obbligazionario, ma evitare di accorciare le scadenze; trarre vantaggio dalla volatilità sui mercati azionari con attenzione alla gestione del rischio”.

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