Consultinvest: alta volatilità sui mercati obbligazionari? Colpa delle politiche monetarie

UN MOVIMENTO VIOLENTO – Tra il 28 aprile e il 7 maggio scorso il rendimento a scadenza del 10 anni Treasury Usa è salito da 1,90% a 2,27% e, nello stesso momento, quello del Bund tedesco decennale saliva da 0,13% a 0,74%. “Si è trattato di uno dei movimenti più violenti che si ricordino”, hanno commentato gli esperti di Consultinvest. ”Le ragioni di questo movimento possono essere diverse. Sicuramente vi è stata un’improvvisa accelerazione nell’offerta di titoli corporate che ha drenato liquidità dai governativi e su questi certamente si è scatenata una presa di profitto, probabilmente favorita dal riconoscimento che entrambi i mercati stavano esprimendo rendimenti irragionevoli rispetto ai fondamentali, ovvero indicavano uno scenario di bassa crescita (per gli Usa) e uno deflazionistico (per l’area Euro) irrealistico”.

DUE ASPETTI
– Fatta questa premessa, gli analisti si focalizzano in particolare su due aspetti: “la pericolosità di esporsi in modo rilevante a mercati obbligazionari con rendimenti così bassi, dove le cedole non riescono in alcun modo a proteggere la volatilità dei prezzi; e il livello di distorsione a cui le politiche monetarie, con i vari QE, hanno esposto i mercati, soprattutto quelli obbligazionari”.

UN ESEMPIO PRATICO – “Il movimento del rendimento del Treasury implica che chi avesse acquistato il 26 aprile il titolo, il 7 maggio si sarebbe trovato con una perdita in conto capitale (variazione prezzo legata al rialzo del rendimento per effetto della sua “Duration”) di -3,25%, compensata da un rateo interessi di 0,06%. Molto peggio sarebbe capitato al compratore del Bund, che si sarebbe trovato con una perdita in conto capitale del -5,78%, “compensata” da un miserrimo rateo interessi di 0,01%, avendo il titolo una cedola annuale dello 0,50%”.

UNA POTENZIALE TRAPPOLA PER GLI INVESTITORI – Questi mercati obbligazionari, proseguono gli esperti, “rischiano quindi di trasformarsi in una potenziale trappola per gli investitori. Crediamo che ci siano pochi dubbi sul fatto che le politiche monetarie abbiano in ciò grandi responsabilità. Gli acquisti messi in atto con i vari QE hanno soppresso i rendimenti e distorto il normale funzionamento del mercato. Basti ricordare quanto accaduto in Svizzera con l’abbandono repentino dell’insostenibile peg del Franco”.

UN’ABERRAZIONE FINANZIARIA – L’esistenza di rendimenti negativi, indotti e approvati da numerose banche centrali, con politiche monetarie sperimentali, è “un’aberrazione finanziaria”, secondo Consultinvest. “La continua presenza nel mercato di grandi compratori come le Banche Centrali – che non sono mai venditrici – rende i mercati poco liquidi e vulnerabili ed impedisce la formazione di prezzi di equilibrio veri, che sono così importanti per gli investitori. La beffa è che questa distorsione indotta dai QE non sembra aver portato ai risultati sperati in termini di rilancio economico, come l’Abenomics giapponese dimostra e come il basso e claudicante tono della crescita Usa confermano”.

VOATILITA’ DESTINATA A SALIRE
– S’impone quindi, concludono gli esperti, “di prestare molta attenzione alle valutazioni espresse dai mercati obbligazionari – non solo quelli governativi – valutando bene il rischio di duration. I rendimenti negativi o prossimi allo zero difficilmente possono perdurare e in futuro la volatilità dei mercati obbligazionari è destinata a salire”.

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