Titoli di Stato, Lyxor AM prevede rendimenti in calo

EFFETTO BCE – “La domanda è fondamentale per le nostre view di investimento. La Bce ha lanciato molto tardi il programma quantitative easing, a sei anni dallo scoppio della crisi, in un momento in cui i Paesi dell’eurozona avevano già provveduto a risanare le loro finanze pubbliche. Con la contrazione dei deficit, le emissioni nette di debito sovrano sono diminuite dai 500 miliardi annui di inizio 2011 ai 200 miliardi di oggi. Nel marzo scorso, la Bce ha iniziato i suoi acquisti sul mercato secondario a un ritmo annuale di 400 miliardi (valore nominale), valore due volte superiore all’ammontare delle emissioni. Avendo previsto forti distorsioni e una più elevata volatilità legate a questa situazione mai verificatasi prima, avevamo raccomandato una posizione neutrale sui bond dell’eurozona“. Questa la premessa dell’analisi di Jeanne Asseraf-Bitton, head of cross asset research presso Lyxor AM.

DISTORSIONI – “Il rally è stato significativo, i titoli a 10 anni hanno sfiorato lo zero in Germania e i tassi medi dell’eurozona si sono avvicinati all’1%. La correzione che ha fatto seguito è stata anch’essa notevole. I due episodi insieme illustrano chiaramente le distorsioni indotte dalle decisioni della banca centrale. Tra i fattori tecnici in gioco, crediamo che i volumi delle emissioni di bond governativi nell’area euro abbiano avuto un ruolo chiave. Le emissioni governative al netto degli acquisti della Bce sono passate dai -40 miliardi di aprile ai +30 miliardi di maggio, attivando la recente correzione. Le gestioni sistematiche hanno amplificato il movimento, come testimoniato dai grandi volumi tradati sui future. Il rendimento medio aggregato a 10 anni dell’eurozona è ora a 1,6%, vicino a livelli dello scorso novembre, quando la Bce non aveva ancora annunciato il quantitative easing“.
 
POTENZIALE CALO DEI RENDIMENTI – Cosa aspettarsi nei prossimi mesi? “Intravediamo un potenziale calo dei rendimenti. Innanzitutto, Mario Draghi ha riaffermato la propria determinazione a far uscire l’eurozona dalla crisi. Perché un ciclo virtuoso tra sistema finanziario ed economia reale, è necessario che i tassi a lungo termine restino inferiori al prodotto interno lordo nominale dell’economia, che nell’eurozona, stando alle ultime previsioni della Bce, sarebbe prossimo all’1,5% nel 2015. Dallo scoppio della crisi, le banche centrali gestiscono la parte lunga della curva dei tassi e non più solo le scadenze a breve. Pensiamo che la Bce dovrà portare i tassi a lungo termine a livelli più bassi”.

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