Gam, il mercato obbligazionario diventa sempre più “orso”

IL MERCATO TORO È FINITO – I minimi storici dei tassi delle obbligazioni in euro a lungo termine? Sono un’anomalia dovuta dal quantitative easing della Bce. Parola di Anthony Smouha (nella foto), manager del fondo Gam Star Credit Opportiunities, secondo cui “è stato solamente un fenomeno temporaneo che ha influito anche su altri mercati obbligazionari globali”: si tratta insomma solo di “una conseguenza logica per i bond governativi e quelli corporate di alta qualità, che sono correlati. Nei nostri fondi abbiamo deliberatamente evitato queste obbligazioni”, ha precisato il gestore.

I TASSI SALIRANNO GRADUALMENTE – Quindi il mercato toro dei bond sta finendo? “Sì, crediamo che i tassi saliranno gradualmente e di qui a un anno avremo tassi più alti in generale. D’altro canto riteniamo che i rialzi dei tassi saranno graduali e che non vedremo tassi molto più alti per un certo periodo. Ci sarà un incremento dei tassi a breve termine negli Stati Uniti a settembre o dicembre e poi la presidente della Fed Janet Yellen si metterà a osservare i dati”.

L’OBBLIGAZIONARIO NON PERDE IL SUO APPEAL –
L’obbligazionario non ha dunque perso il suo appeal, essendo ancora possibile ottenere rendimenti del 4, 5 o 6% su società investment grade. “Questa è una prospettiva interessante per i risparmiatori che non ottengono nulla dai depositi bancari”.

DEBITO HIGH YIELD – Ci sono perciò ancora opportunità molto interessanti nel debito corporate e high yield, prosegue il gestore. “Queste includono molte obbligazioni a tasso fisso a con scadenza più lunga, o perpetua. Nelle società finanziarie è ancora presente il debito subordinato vecchio stile che offre rendimenti superiori al 6% per emittenti come Lloyds Bank. Nel debito delle società non finanziarie possiamo evidenziare il debito senior della grande catena di supermercati britannica Tesco. Nonostante le sfide affrontate di recente, il debito è ancora prossimo all’investment grade e i suoi bond a lungo termine denominati in euro rendono circa il 5,5%. In secondo luogo si può guardare alle obbligazioni a tasso variabile. Quelle di Bnp Fortis perpetue pagano sopra l’Euribor a 3 mesi più il 2% e scambiano ancora all’80%. C’è anche la possibilità che in futuro Bnp vorrà effettuare un buy back su queste emissioni, fatto che potrebbe portare a prezzi più alti”.

BOND GOVERNATIVI – I rendimenti del mercato obbligazionario governativo invece, “sono così bassi che piccoli oscillamenti dei rendimenti possono portare a grandi cambiamenti di prezzo. Perciò possiamo continuare ad aspettarci volatilità nei rendimenti dei bond governativi. Dove i rendimenti sono superiori, al 5% o anche di più, un cambiamento dello 0,5% nel rendimento è meno significativo e risulterà di conseguenza in movimenti più ridotti nel prezzo. Per questo noi crediamo che una strategia specializzata e focalizzata sia il miglior modo per ottenere buoni rendimenti nella seconda metà di questo 2015. La pressione normativa sta rendendo più sicure le società del settore finanziario, e questa è una cosa buona, specie se si possiede il debito subordinato più vecchio.

TASSO FISSO E TASSO VARIABILE – Le obbligazioni a tasso fisso con cedola elevata forniscono un buon cuscinetto di protezione per far fronte ai tassi in aumento. Tuttavia, per avere un certo equilibrio, ci sono forti ragioni per possedere obbligazioni a tasso variabile, alcune delle quali sono resettate ogni 3 o 5 mesi sulla base dei tassi a breve termine, e altre, che sono ri-fissate sui tassi a 10 anni. All’aumento dei tassi, queste obbligazioni avranno maggiori interessi per il re-fixing e ciò può portare ugualmente a prezzi maggiori. Esempi in tal senso includono le grandi compagnie assicurative come Aegon e Axa”.

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