Petercam: Grecia, non è tardi per un accordo

NON E’ TARDI PER UN ACCORDO – Il popolo greco ha votato in gran maggioranza per il “no” al referendum di ieri. Ma questo risultato, sebbene minacci di rendere più difficili i negoziati, “non dovrebbe tradursi automaticamente in un’uscita della Grecia dall’Unione monetaria”. Ne è convinto Hans Bevers, senior economist di Petercam, secondo cui “perfino ora, non è ancora troppo tardi per trovare una soluzione che vada bene per entrambe le parti e il ruolo della Banca centrale europea come creditore di ultima istanza rimane della massima importanza”. Allo stesso tempo tuttavia, prosegue l’esperto, è ormai facile vedere come la Grecia potrebbe essere cacciata dall’area Euro.

IL RUOLO DELLA BCE – Per Bevers “è probabile che entrambe le parti riprendano i negoziati, ma questo si rivelerà, ancora una volta, molto complicato. Il ruolo della Bce, nel frattempo, resta di gran lunga quello più importante. Se l’Eurotower decidesse di interrompere l’erogazione dei fondi ELA, un’uscita della Grecia dall’Unione monetaria diventerebbe realtà ancor prima dell’avvio delle trattative. Inoltre, non è del tutto chiaro se mantenere semplicemente i fondi ELA ai livelli attuali (attorno ai 90 miliardi) sarebbe sufficiente. Anche se sono in atto delle misure di controllo sui capitali, le banche elleniche potrebbero rapidamente rimanere senza denaro. Ad ogni modo, se la Bce decidesse di staccare la spina (quasi certamente con l’appoggio politico), ciò vorrebbe dire la fine dell’area Euro così come la conosciamo”.

L’IMPATTO SULL’AREA EURO – Da un punto di vista costi-benefici, prosegue l’economista di Petercam, “abbiamo detto più volte che sarebbe meglio che la Grecia rimanesse nell’Area Euro. Tuttavia, nel caso adesso i creditori continuassero a prescrivere/richiedere sempre più le stesse misure (cioè ampi avanzi primari, all’infinito), ciò non sarebbe più scontato. Il meglio che possiamo sperare per il momento è che alla Grecia sia concessa una posizione di bilancio un po’ più libera all’interno dell’Area Euro. A dire il vero, il voto di ieri a favore del “no” non costituisce assolutamente una garanzia che ora i creditori diventeranno più tolleranti al riguardo. Anzi, c’è un rischio evidente che i creditori continueranno a dare maggiore peso al tema dell’“azzardo morale”. Ciò significa che potrebbero continuare a credere che la Grecia dovrebbe impegnarsi con una rigorosa disciplina di bilancio affinché l’Area Euro possa, nel lungo periodo, sopravvivere”.

SCENARI– “Ci piace ancora credere che la Bce continuerà a giocare il suo ruolo in termini di supporto finanziario, mentre le trattative, ancora una volta, ripartiranno. Persino a questo punto, non è troppo tardi per trovare una soluzione che vada bene per ambo le parti. Il prossimo grande rimborso (3,5 miliardi di euro alla Bce) per la Grecia deve essere pagato tra due settimane (il 20 luglio), quindi c’è abbastanza tempo, in teoria”.

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