Axa IM, Grecia e zona euro non sono ancora fuori pericolo

I TERMINI DELL’ACCORDO – L’Europa potrebbe concedere alla Grecia un piano di salvataggio di circa 84 miliardi di euro in tre anni, di cui 10 miliardi resi disponibili immediatamente in un conto segregato presso l’Esm e un prestito ponte di circa 7 miliardi per coprire il debito verso Fmi e Bce. Il tutto in cambio di un severo piano di riforme in campo pensionistico, lavorativo e finanziario, della privatizzazione della rete elettrica nazionale, della riduzione dell’influenza della politica sull’amministrazione pubblica e del ritorno degli ispettori della Troïka. Sono questi, in estrema sintesi, i capisaldi dell’accordo raggiunto nella notte tra domenica e lunedì.

TERZO BAILOUT –
A prima vista, osserva Eric Chaney (nella foto), chief economist di Axa Group e head of research di Axa IM, “il bailout appare costoso e complesso. Sarebbe però in grado, se implementato nella sua interezza, di rilanciare l’economia greca e creare posti di lavoro nei prossimi anni. In un certo senso, e forse per paura delle conseguenze ignote di una Grext, i creditori hanno raddoppiato la posta in gioco invece che abbandonare il tavolo. Rimangono però ancora molti ostacoli prima che si vedano risultati positivi”.

COSA POTREBBE ANDARE STORTO? – Arrivati a questo punto, si domanda Chaney, cosa potrebbe andare storto? “In primo luogo i Parlamenti dei Paesi creditori quali Germania, Finlandia, Paesi Bassi e Irlanda dovranno approvare l’accordo. Vedremo come voteranno gli olandesi.  In secondo luogo, le negoziazioni sul memorandum of understanding dovranno concludersi positivamente e vi saranno varie occasioni perché la Grecia tenti di tornare sui propri passi su alcuni punti. Infine, le riforme dovranno effettivamente essere implementate, in un Paese con problemi di corruzione, di protezionismo e ricco di complessità amministrative. L’esperienza passata insegna che questo ultimo punto sarà forse la parte più problematica del programma”.

LA DEBOLEZZA CHIAVE DELL’EUROZONA – Non è ancora certo dunque dove andremo ad atterrare. In generale, spiega Chaney, “crediamo che vi siano buone probabilità che venga negoziato un terzo bailout con misure transitorie per evitare il rischio di una Grexit caotica ed imprevedibile, ma è troppo presto per affermare che Grecia e l’area euro sono fuori pericolo. Anche se non dovesse essere più sotto i riflettori, la crisi greca ha portato allo scoperto la debolezza chiave dell’Eurozona: non è né un’unione politica, né un gruppo di nazioni indipendenti regolamentate dalle stesse leggi, ma piuttosto un costrutto politico ancora poco chiaro, per gli storici, ed una creazione ancora in corso d’opera per i suoi cittadini”.

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