Fidelity, il mercato azionario Usa ha solide prospettive

USA FAVORITI – Utili e valutazioni, attualmente al centro delle preoccupazioni degli investitori che seguono i mercati azionari a stelle e strisce, non sembrano poter interrompere il ciclo rialzista che dura ormai da sei anni. Parola di Dominic Rossi (nella foto a destra), Cio azionario globale di Fidelity. Secondo il manager, le prospettive per il secondo semestre 2015 e per il 2016 sono positive con “gli Stati Uniti favoriti grazie a una posizione dominante nei settori connessi alla proprietà intellettuale e previsioni favorevoli per i tassi d’interesse”.

FONDI POSITIVI – Secondo il gestore internazionale, in altre parole, la piazza statunitense, sebbene non sia propriamente a sconto, resta una buona scelta, in primis grazie alla stabilità della sua economia e dalla solidità patrimoniale delle società, che rendono il mercato Usa una scelta maggiormente difensiva rispetto ad altre aree più soggete a elementi di incertezza. Così il comparto FF America Fund ha registrato un’ottima performance negli ultimi 12 mesi, in termini assoluti e rispetto all’indice S&P 500. Rispetto ai fondi della categoria negli ultimi tre anni FF America Fund ha fatto meglio del 99% dei comparti della categoria. “Siamo molto attenti alla selezione dei titoli. Recentemente ci hanno premiato diversi settori: quelli sanitario, informatico e dei servizi finanziari. Inoltre, un tema fondamentale che ha sostenuto l’ottima performance è stata la ripresa dell’attività di fusione e acquisizione”, dichiara il gestore Angel Agudo (nella foto sotto a sinistra).

SETTORI AL TOP – A livello settoriale i maggiori contributi ai rendimenti sono giunti da aziende biofarmaceutiche che hanno tratto vantaggio da una solida posizione patrimoniale e da importanti acquisizioni. Anche le società private di assistenza sanitaria hanno realizzato buone performance, traendo vantaggio da ottimi dati sugli utili e da buone prospettive, essendo i principali beneficiari della riforma statunitense del sistema sanitario. Continua: “a mio avviso l’attività di m&a dovrebbe continuare nella seconda metà del 2015. Le prospettive di investimento per la più grande economia del mondo continuano a essere positive sia da un punto di vista strutturale sia ciclico. Oltre ai ben noti fattori strutturali, quali un ambiente imprenditoriale innovativo e i gas da scisti che hanno portato un abbassamento dei costi dell’energia e una maggiore indipendenza energetica, l’economia sta vivendo una ripresa ciclica solida. Mi concentro su società sottovalutate con buoni fondamentali e che, non essendo adeguatamente apprezzate dal mercato, dovrebbero avere un limitato rischio di ribasso”. Attualmente il fondo è in sovrappeso sui settori sanitario, informatico e industriale. Nel settore sanitario, l’esposizione del fondo è orientata verso i fornitori di servizi e le compagnie farmaceutiche.

UTILI IN CRESCITA – Secondo il CIO Rossi, inoltre, gli utili dovrebbero tornare a crescere nei prossimi mesi e nel 2016. Spiega: “il principale responsabile del loro calo nei primi mesi dell’anno è stato il settore energetico, che ha dimensioni ragguardevoli e che ha visto scendere drammaticamente la redditività a causa del crollo delle quotazioni petrolifere nel 2014. Tuttavia, gli effetti benefici per l’economia nel suo complesso, derivanti dal minore costo dell’energia, si concretizzeranno solo nel secondo semestre di quest’anno, sotto forma di un incremento della spesa al consumo per beni discrezionali e di base”. Di recente, i consumatori hanno visto crescere il proprio reddito disponibile, non solo per effetto dei minori prezzi dell’energia, che in virtù di accise basse si traducono in un calo del prezzo alla pompa più consistente rispetto ad altri Paesi, ma anche per merito dei continui miglioramenti sul mercato del lavoro. A nostro parere, la ripresa dei consumi avrà ricadute positive sul comparto immobiliare abitativo, che ha già evidenziato ottimi risultati negli ultimi mesi. Il recupero del mercato residenziale proseguirà ancora per un certo tempo, poiché sussiste una domanda accumulata ad oggi insoddisfatta. La forza del dollaro ha penalizzato gli utili delle società che hanno attività consistenti all’estero, i cui profitti sono iscritti a bilancio in valuta estera e dunque hanno un valore inferiore se il dollaro cresce. Precisa: “negli Stati Uniti, le large cap traggono dal business con l’estero una quota maggiore dei loro ricavi rispetto alle imprese più piccole, pertanto l’indice azionario risente in maniera sproporzionata del calo degli utili rispetto agli indici small cap”.

FED E RIALZO DEI TASSI – Le valutazioni, inoltre, secondo l’esperto, non sono eccessive. “In primo luogo, i tassi d’interesse sono bassi e tali rimarranno, sia in termini reali sia nominali, anche quando la Fed avvierà la normalizzazione della politica monetaria, poiché i rialzi saranno modesti e molto graduali. Riteniamo che l’atteso rialzo dei tassi non si verificherà prima di fine anno o inizio 2016. Quando ciò accadrà il mercato azionario non dovrebbe subire particolari contraccolpi. Le sole circostanze che potrebbero provocare un aumento significativo della volatilità sono un intervento anticipato della Fed o un rialzo dei tassi più consistente rispetto a quanto attualmente scontato dal mercato; entrambe circostanze che reputiamo improbabili. Infine, il buon livello dei dividendi e la crescita degli utili consentiranno ai mercati azionari di progredire ulteriormente”.

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