Invesco, la Cina si muove per placare i listini globali

LE ULTIME MOSSE IN CINA – Martedì scorso la banca centrale cinese ha tagliato i tassi di interesse di riferimento nel tentativo di riportare la calma dopo la serie di turbolenze scatenate a cascata nei mercati azionari cinesi e globali dalla recente svalutazione della moneta cinese. La Banca Popolare Cinese (PBoC) ha tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale e ha ridotto il tasso di riserva obbligatoria (RRR) per le banche di mezzo punto percentuale. La banca ha inoltre svincolato i tassi sui depositi a un anno, cosa che consentirà un aumento della concorrenza tra gli istituti di credito. Sono stati operati ulteriori tagli dei tassi di interesse sui prestiti e dei requisiti di riserva di alcune banche rurali e società di leasing.

NIENTE QE CINESE – “Riteniamo che i tagli delle riserve potrebbero fornire al sistema un’iniezione di liquidità pari a circa 700 miliardi di renminbi (110 miliardi di dollari USA). Potremmo essere indotti a ritenere che queste modifiche della politica monetaria costituiscano l’avvio di una sorta di “quantitative easing” (QE), sulla falsa riga di quanto fatto negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone per favorire la crescita”, spiega Robert Waldner, Chief Strategist e responsabile Multi Sector del team Fixed Income di Invesco (Atlanta). “Tuttavia non riteniamo che le recenti misure della PBoC rientrino in un programma monetario di ampio respiro come quelli citati sopra. Mentre il QE mirerebbe ad uscire dal rallentamento economico e dalla deflazione, pensiamo che lo scopo delle autorità cinesi sia semplicemente quello di mantenersi a galla, iniettando una liquidità sufficiente a sostituire quella persa a causa dei recenti interventi. In altre parole, sembra che le autorità stiano rispondendo alle oscillazioni dei mercati, nulla di più. Inoltre, le misure di martedì sembrano essere state adottate con un certo ritardo rispetto alle attese del mercato. Un taglio del RRR era prevedibile nelle ultime settimane, e i mercati on-shore attendevano già da tempo un taglio dei tassi di interesse e l’eliminazione del tetto massimo dei tassi sui depositi. In assenza dell’elemento sorpresa, i mercati potrebbero aver già scontato le azioni di ieri, limitandone l’impatto”.

MISURE MONETARIE E FISCALI
– Ci sono altri strumenti a disposizione? “A parte i bruschi cali delle azioni cinesi, il rallentamento economico generale alla base del nervosismo del mercato sembra preoccupare di più le autorità politiche. Durante il fine settimana, il presidente cinese Xi ha parlato di un duplice approccio per risolvere il malessere in cui attualmente versa l’economia. Sebbene il significato di questo approccio non sia ancora chiaro, riteniamo che possa indicare che il presidente Xi intenda adottare sia misure monetarie che fiscali di più ampia scala e portata. La visita del presidente Xi negli Stati Uniti in programma per metà settembre potrebbe essere un’opportunità cruciale per acquisire informazioni sull’azione politica futura”.

IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO
– Nel frattempo, il mercato obbligazionario cinese non sembra mostrare segnali di stress. “I tassi di interesse a breve termine sono aumentati a causa del prelievo di liquidità mediante l’intervento delle borse estere, ma i tassi di interesse a medio e lungo termine sono rimasti stabili, grazie agli elevati importi di denaro spostati dalle famiglie dal mercato azionario a quello obbligazionario a seguito della volatilità dei mercati azionari. Il taglio del RRR e le grandi iniezioni di liquidità nel complesso possono supportare i tassi di interesse cinesi, ma prevediamo ancora volatilità dei tassi a breve termine, che sono quelli più colpiti dall’intervento valutario della PBoC. A nostro avviso la reazione dei mercati al malessere economico cinese, sia in Cina che all’estero, ha superato le previsioni dei politici”.

GLI STRUMENTI DEL GOVERNO – Secondo Invesco la combinazione di tagli dei tassi da parte delle autorità cinesi non è stata una sorpresa, ma una conseguenza delle dinamiche di mercato, per ripristinare la fiducia. L’ultima volta che la PBoC ha tagliato i tassi di interesse e la RRR è stato il 27 giugno, per contrastare l’effetto prolungato del declino del mercato azionario. Dai picchi del mese di giugno, le azioni cinesi di classe A (CSI300) sono cadute di circa 42%. Le mosse della PBoC hanno dato qualche speranza all’estero, soprattutto a mercati come quello statunitense ed europeo, anche se permangono dubbi sul fatto che gli sforzi del governo cinese siano sufficienti. “Crediamo che il governo cinese continuerà a utilizzare una combinazione di strumenti per il controllare la crescita e limitare il rischio di ribasso dell’economia. Il recente taglio dei tassi di interesse contribuirà a ridurre la pressione sugli utili societari derivante dall’incremento dei costi di finanziamento. Riteniamo che si prospettino ulteriori tagli dei tassi di interesse e riduzioni del RRR. Misure di stimolo più consistenti potrebbero inoltre rendersi necessarie per ripristinare la fiducia”.

L’AZIONARIO CINESE
– Per quanto riguarda le azioni cinesi, le sensibili correzioni hanno spinto al ribasso le valorizzazioni, che hanno raggiunto i minimi storici proprio nel momento in cui le stime sugli utili sono molto conservative. Le attese per il 2015 prevedono una crescita dell’1,3% per l’indice MSCI Cina, rispetto al 6,1% previsto di inizio anno. Per i prossimi mesi, i tassi di interessi ridotti non solo permetteranno di aumentare il livello di liquidità nel sistema finanziario, ma si tradurranno anche nel miglioramento degli utili societari attraverso l’aumento dei margini. Il rapporto Prezzo/Utili (PE) nell’indice MSCI China è pari a 8.5x, mentre il Price-to-Book a 1.1x, ben al di sotto dei livelli dei medesimi indicatori nei paesi sviluppati e negli altri paesi asiatici. Questo livello di valorizzazione potrebbe essere di supporto per il mercato. Sebbene ci attendiamo che la volatilità possa continuare per qualche tempo, non abbiamo modificato la nostra strategia sugli investimenti in Cina. Con il nostro approccio bottom-up alla selezione dei titoli, continuiamo a focalizzarci sulle società con una buona posizione sul mercato e vantaggi competitivi al di sotto del fair-value.

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