Perché?
L’aumento di capitale annunciato per il 2016 sarà difficile da realizzare. Non crediamo che ci sia rischio di fallimento, ma esclusivamente il rischio che i bond subordinati vengano convertiti in azioni. Abbiamo da tempo venduto i titoli della Popolare di Vicenza presenti nei nostri portafogli poiché ritenevamo che i rischi reali non fossero correttamente prezzati. In ogni caso, il portafoglio è sempre molto diversificato e tali titoli rappresentavano soltanto una parte residua dello stesso (0,4% degli aum). Il caso Veneto Banca è leggermente diverso: la banca presenta un minor grado di leva finanziaria ed è appena stato annunciato un aumento di capitale garantito da Banca Imi. I bond sono scesi in maniera contenuta e si sono ripresi subito dopo l’annuncio dell’aumento di capitale. Il mercato dei subordinati non può muoversi sempre e solo al rialzo, ma allo stesso tempo bisogna riconoscere che ad oggi è uno dei pochi segmenti obbligazionari che offrono un premio al rischio. A nostro avviso è un mercato ancora da preferire a quello dei corporate. In altri segmenti, come per esempio quello dei senior, il premio al rischio è molto più basso per via della ricerca di rendimento.
Anthilia Yellow ha fatto registrare una volatilità molto bassa nella prima metà del 2015. Qual è la strategia per i restanti mesi dell’anno?
Nei primi mesi dell’anno abbiamo evitato il rischio duration. Abbiamo molti titoli con cedola variabile e alcuni con duration negativa; copriamo il rischio Italia andando corti di future Btp. Optiamo da sempre per una forte diversificazione del rischio di credito. La porzione di Additional Tier1 – sicuramente la più volatile – è limitata al 10% del portafoglio. Nei prossimi mesi non sarà facile proseguire nella strategia di sostituzione dei bond LT2 con bond senior. Le parole d’ordine per la fine del 2015 rimangono le stesse: diversificazione, preferenza per i senior, bassa duration. Il rischio di liquidità rimane moderato ma ritenuto adeguato in considerazione della size del fondo.