Consultinvest: selettivi sui bond

NULLA DI ANOMALO – “La tensione geo-politica internazionale che si è venuta a creare dopo i pesanti attentati di Parigi non ha portato a quel tanto ‘scontato’ crollo che i media temevano la scorsa domenica sera”. E’ questa la visione di Consultinvest. “Stiamo assistendo sicuramente ad una volatilità leggermente superiore, ma nulla di anomalo: i mercati continuano ad essere guidati dallo scenario macro-economico internazionale ed in particolare dalle politiche monetarie delle banche centrali”.

PREFERENZA PER L’EQUITY - ”Rimaniamo dell’idea che il mercato obbligazionario investment grade offra rendimenti decisamente non convenienti per gli investitori e, secondo un ragionamento impostato sul trade-off rischio –rendimento, manteniamo la nostra preferenza per l’equity ai bond in generale. La nostra strategia sul fronte equity ci porta a preferire l’Europa ed il Giappone, in quanto riteniamo che vi siano più spazi per politiche fiscali espansive di stimolo all’economia reale unitamente a politiche monetarie ancora accomodanti per i prossimi trimestri”.

INTERESSE PER LE BLUE CHIP – “In termini di stock picking guardiamo con interesse le blue chip europee con buon cash flow e consolidata vocazione a distribuire dividendi agli azionisti; sempre sull’Europa un driver che potrebbe dare ulteriori stimoli al mercato è legato alle operazioni straordinarie di tipo M&A e ristrutturazioni in alcuni settori come quello dell’auto, dei finanziari e delle telecomunicazioni. Fattori esogeni come questi ultimi legati al timore di ulteriori attacchi terroristici potrebbero portare ad una maggiore volatilità sui mercati ma non stravolgere, a nostro avviso, lo scenario strategico che abbiamo davanti”.

CAUTELA SUL TASSO FISSO – “Rimaniamo molto cauti sul tasso fisso, in particolare sui governativi Europa e corporate investment grade, per via dei rendimenti molto risicati offerti da questo tipo di asset class; in termini generali l’approccio alla strategia bond ci porta a preferire inflation linkend in generale, Europa in particolare, ed essere selettivi sul segmento high yield. Per quanto attiene i paesi emergenti sottopesiamo sia l’Equity che i bond, soprattutto quelli in valuta locale. Manteniamo basso il rischio emittente, preferendo semmai dei sovereign in valute ritenute molto svalutate oppure debito di qualche paese emergente come il Brasile ma utilizzando emissioni in dollari. Sul fronte valute siamo tendenzialmente positivi sul dollaro, anche se non si esclude un rimbalzo tecnico dell’euro nel breve termine, e negativi sullo yen”.

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