Ubs, il 2016 saluta un mondo in transizione

UN MONDO IN TRANSIZIONE – Per il 2016, il chief investment office di UBS Wealth Management prevede che il mondo resti in transizione. La crescita del PIL mondiale dovrebbe raggiungere il 3,4%, rispetto al 3,1% di quest’anno, grazie alla stabilizzazione dei mercati emergenti e al modesto aumento dei consumi nelle economie avanzate. Mark Haefele, global chief investment officer di UBS Wealth Management e UBS Wealth Management Americas, afferma: “Un mondo in transizione rappresenta un ostacolo per la performance dei portafogli. Secondo la nostra esperienza, una strategia d’investimento chiaramente definita, una verifica periodica del portafoglio e una rigorosa disciplina in fase di esecuzione sono determinanti per il raggiungimento degli obiettivi di performance nel medio termine. Alle soglie del 2016, ci aspettiamo una ridotta accelerazione della crescita mondiale nel corso dell’anno e consigliamo agli investitori di sovrappesare i mercati azionari”.

MODESTO MIGLIORAMENTO – “Si stima una crescita dell’economia statunitense intorno al 2,8% nel 2016, rispetto al 2,5% di quest’anno. Il paese dovrà porre fine all’era dei tassi zero e Barack Obama lascerà la presidenza al suo successore. Nonostante questi elementi d’incertezza, dovrebbe attenuarsi l’impatto negativo del dollaro forte e dei bassi prezzi dell’energia sugli utili delle aziende statunitensi. La spesa al consumo si preannuncia ancora robusta. L’economia dell’Eurozona è attesa in crescita dell’1,8% l’anno prossimo, dall’attuale 1,5%. Il Regno Unito dovrebbe continuare a registrare un buon andamento raggiungendo il 2,4%. Nel pieno della crisi legata all’immigrazione dal medio oriente, l’Europa deve ancora dare risposta alle domande sulla stabilità monetaria e sul futuro di paesi come il Regno Unito all’interno dell’unione politica europea. Tuttavia, l’accelerazione della crescita e politiche monetarie espansive dovrebbero dare sostegno ai risultati delle aziende europee, che continuiamo a sovrappesare”, spiega il gestore.

FRENA L’ASIA – “Ci aspettiamo che le economie asiatiche registrino un ulteriore rallentamento, per il terzo anno consecutivo, principalmente a causa della decelerazione del PIL cinese al 6,2% che eserciterà anche il maggiore impatto negativo sulla crescita mondiale rispetto al 2015. In Cina sono in atto due transizioni: l’adozione di un modello economico orientato più ai consumi che alla produzione industriale e il passaggio da un’economia a controllo statale al libero mercato. Entrambi i fronti creeranno periodicamente incertezze circa la dinamica della crescita e le prospettive per i flussi di capitali”, sottolinea il gestore. “I progressi sui mercati emergenti rimarranno di ridotta entità, ma dovrebbero attestarsi al 4,3%, dal 4,1% di quest’anno. Questi paesi devono compiere una transizione del proprio modello economico, riducendo la dipendenza dagli investimenti, dalle materie prime e dal capitale a basso costo per porre l’accento sulle riforme strutturali e politiche. Il complesso dei mercati emergenti si ritroverà sotto pressione in un quadro di rialzo dei tassi d’interesse statunitensi”.

BENE GLI HIGH YIELD – “Le azioni e le obbligazioni high yield dovrebbero registrare rendimenti complessivamente positivi. I prezzi dei titoli di Stato potrebbero subire diminuzioni a fronte del probabile aumento dell’inflazione, delle quotazioni petrolifere e dei tassi d’interesse statunitensi. Nel 2016 gli hedge fund dovrebbero produrre rendimenti corretti per il rischio superiori a quelli del 2015, in area 4-6%”, sottolinea il gestore.

TEMI DI LUNGO TERMINE – “Al di là del 2016, il contesto degli investimenti continuerà a essere funzione di temi di lungo termine. Ne è un chiaro esempio il deterioramento delle dinamiche demografiche negli Stati Uniti, in Giappone, in Europa e in Cina, che può frenare le prospettive dei mercati finanziari nei prossimi anni o decenni. I tassi di risparmio dovrebbero diminuire man mano che gli anziani attingono alle proprie disponibilità, riducendo l’abbondante liquidità che ha dato sostegno ai listini. Un bacino più ridotto di giovani lavoratori potrebbe negoziare stipendi più alti, facendo salire l’inflazione e i tassi d’interesse”, nota il gestore. “D’altro canto, l’invecchiamento della popolazione schiude opportunità nel settore della sanità. Tra gli investimenti a lungo termine, il CIO individua le potenzialità più brillanti nell’area della ricerca oncologica. Date le vaste implicazioni sociali dei tumori, la ricerca in questo ambito è particolarmente indicata per il cosiddetto “impact investing” che, oltre a generare rendimenti finanziari, mira a produrre specifici vantaggi sociali”.

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