BlackRock outlook: crescita debole ma la recessione globale è lontana

MARKET OUTLOOK 2016 – Crescita debole nel 2016, con rischi di downside sugli emergenti, ma lo spettro della recessione globale rimarrà tale. Sono questi gli step principali evidenziati nel Market Outlook 2016, presentato dal chief investment strategist di BlackRock Italia Bruno Rovelli (nella foto) alla stampa finanziaria nella sede milanese del colosso dell’asset management. “In questo momento i cicli economici, di policy e di mercato non sono allineati. La stagnazione del settore manifatturiero e i paesi emergenti sono i punti deboli del ciclo globale, il settore dei servizi e i paesi sviluppati sono decisamente più solidi”, ha esordito Rovelli, spiegando che “il problema delle economie emergenti è la rapida accumulazione di debito privato, dal 2006 in poi, soprattutto nel settore corporate e oggi pari al 120% del pil”. Come si può invertire la tendenza? “In presenza di salari più alti, di produzione in diminuzione e andamenti demografici non favorevoli, i paesi emergenti necessiterebbero di tassi d’interesse più bassi, che invece stanno salendo, per adottare politiche espansive e certo la decisione della Fed di rialzare i tassi d’interesse non li aiuta così come il dollaro forte”, spiega Rovelli. E sul fronte valutario? “C’è un aspetto positivo nel fatto che le valute emergenti si siano indebolite sostanzialmente negli ultimi quattro anni: la svalutazione, infatti, rende meno probabili eventi traumatici nei paesi emergenti”, sottolinea il chief investment strategist di BlackRock Italia. 


PRO E CONTRO DELLA DISCESA DELL’ORO NERO
– Una riflessione a parte dell’Outlook 2016 ha riguardato l’oro nero. Rovelli “la discesa del prezzo del petrolio ha effetti ambigui: quelli positivi sono predominanti ma solo nel medio termine, mentre i negativi hanno effetti più immediati. I rifletti positivi sono relativi alla crescita della domanda dei consumi sia per i paesi sviluppati che emergenti, sulla posizione fiscale di quei paesi che sussidiano il prezzo del petrolio, sulla struttura dei costi delle aziende manifatturiere, sulla disponibilità delle banche centrali di adottare politiche monetarie più espansive. Mentre quelli negativi, che come dicevo si fanno sentire nell’immediato, sono relativi alla spesa per investimenti nel settore energetico, sugli utili e sul rischio del credito del settore energetico e di quelli correlati. Infine, sull’accumulazione di surplus finanziari poi investiti nei mercati dei paesi sviluppati”. 

EQUITY E QUEGLI UTILI CHE NON CRESCONO
– Per quanto attiene l’equity Rovelli riflette che “il problema è che nel mondo azionario gli utili non crescono a livello globale da tre anni, con differenze a livello di aree: sono saliti negli Usa e in Giappone ma sono scesi in Europa e nei paesi emergenti. Gli utili dovrebbero crescere un po’ di più nel futuro, e le azioni potrebbero fare un po’ meglio, con quelle europee più attraenti di quelle Usa”. 
BILANCIARE ASSET RISCHIOSI E STRATEGIE DECORRELATE AI MERCATI – L’esponente BlackRock si sofferma sulle strategie d’investimento. “Dobbiamo continuare a bilanciare esposizione ad asset rischiosi, con strategie d’investimento meno esposte alla direzionalità dei mercati”, suggerisce Rovelli. “I portafogli concentrati sulle asset class tradizionali hanno rendimenti attesi bassi in assoluto, ma accettabili. Una completa allocazione agli asset rischiosi è inappropriata per questo stadio del ciclo economico, dei mercati e date le valutazioni della maggior parte delle asset class liquide. Dal punto di vista strategico, la nostra idea è combinare l’allocazione agli asset rischiosi con strategie con rendimenti attesi competitivi con quelli delle asset class tradizionali, ma poco correlati con essi”. Chiusura sulla “volatilità degli ultimi mesi che ha ripristinato valore su alcune asset class come le azioni europee e in parte le obbligazioni high yield”. 
 

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