Consultinvest: il Giappone è all’ultima spiaggia?

OBIETTIVO FALLITO – “L’Abenomics non ha raggiunto i risultati sperati e promessi. Le sue tre frecce, costituite dalle politiche di stimolo fiscale, monetario e di riforma strutturale dell’economia, non hanno colpito il bersaglio”, osserva una nota di Consultinvest, la società guidata da Maurizio Vitolo. “Inflazione ancora a zero, crescita economica appena sopra lo zero, domanda interna stagnante come i salari, imprese che, nonostante l’invito di Abe, non hanno aumentato investimenti e retribuzioni. Lo yen ha smesso di deprezzarsi e inizia a penalizzare il conto economico degli esportatori e il mercato azionario – ancora un bel -15% lontano dai massimi del 2015 – sono uno sconsolante tabellino di marcia per il primo ministro. Aggiungiamo che il debito (lordo) è pari al 248% del PIL e che il deficit è al 5,2% e il tabellino giapponese di Abe risulta piuttosto malmesso. In estate si voterà per metà dei seggi al Senato e il primo ministro ha bisogno di assicurarsi una solida maggioranza per poter modificare la Costituzione e completare il suo programma elettorale”.

ANCORA ALTRI INTERVENTI – Per Consultinvest “serve quindi un nuovo shock positivo all’economia giapponese e alle aspettative del mercato. Per questo motivo s’intensificano le attese per nuovi interventi espansivi che potrebbero spaziare da quelli fiscali – ad inizio maggio potrebbe esserci l’annuncio di un pacchetto di stimolo – a quelli monetari. E sono proprio gli stimoli monetari che tengono in tensione i mercati come ormai accade da anni in giro per il mondo. Non tanto per i loro effetti sull’economia reale, dimostratisi modestissimi, ma perché ormai dal 2009 condizionano e distorcono pesantemente l’andamento dei mercati. Dopo il clamoroso fallimento dell’esperimento dei tassi negativi lanciato dalla Bank of Japan (BoJ) a fine gennaio ora non c’è più spazio per i fallimenti poiché si ha la netta sensazione di essere ormai all’ultima spiaggia. Il 28 aprile la BoJ deve riuscire a scrollarsi di dosso l’insuccesso di gennaio. Si specula su di un programma simile alle TLTRO, con prestiti che la BoJ farebbe alle banche a tassi negativi purché incentivino l’erogazione di prestiti, ma anche e soprattutto di un nuovo aumento del QQE, questa volta incentrato sui attivi rischiosi”.

LA BOJ E IL MERCATO AZIONARIO – “Oggi con il QQE la BoJ compra annualmente 80mila miliardi di yen di attivi (il 16% del Pil ed è orai giunta ad avere titoli per un 82% del PIL), di cui 3.000 sono ETF azionari e il resto obbligazioni governative. Dopo anni di QQE la BoJ detiene ora una sorta di monopolio del mercato obbligazionario governativo che sta provocando enormi distorsioni. I rendimenti dei titoli sono ormai negativi ben oltre la scadenza decennale. Per aumentare gli acquisti senza distruggere definitivamente il mercato la BoJ sarà costretta ad ampliarne la gamma, come ha di recente fatto la Bce con le obbligazioni corporate”, prosegue la nota. “Già nei mesi passati la BoJ aveva suggerito l’importanza di poter agevolare le aziende disposte a seguire l’Abenomics (aumento delle retribuzioni e degli investimenti) e quindi si specula su di un probabile un aumento degli acquisti di ETF azionari che potrebbero anche triplicare a 10.000 miliardi di yen annuali. Se l’intervento di QQE sarà d’importo così elevato sulle azioni esso potrà essere d’indubbio vantaggio per il mercato e lo sarà tanto più la BoJ riuscirà a pilotare il cambio del dollaro/yen verso il 120”.

MERCATI SEMPRE PIU’ MANIPOLATI – “Naturalmente anche questo intervento non sarà privo di conseguenze negative a lungo termine e si andrà a sommare a quelli delle altre banche centrali che ormai condizionano pesantemente i mercati globali con i loro interventi palesi e nascosti. Il mercato azionario giapponese sarà sempre più condizionato dalla presenza di un grande player che è mosso da logiche di politica economica anticiclica in grado di alterarne il normale funzionamento e le valutazioni. Ovvero la banca centrale potrebbe essere costretta a comprare azioni anche in una fase di profitti cedenti, favorendo una sopravvalutazione del mercato ed impedendone i necessari aggiustamenti. Al tempo stesso, a partire dal cosiddetto “taper tantrum” di Bernanke per arrivare al rialzo dei tassi Fed di Dicembre 2015, abbiamo visto come sia difficile per le politiche monetarie riportarsi verso condizioni di normalità senza creare volatilità nei mercati”, aggiunge la nota di Consultinvest. “Se pensiamo che sarà difficile ridurre lo stock di titoli in pancia alla BoJ, se quando verrà il momento (per cui alla peggio si dovrà optare per una loro cancellazione), dovremmo anche chiederci cosa potrebbe succedere al mercato azionario giapponese se e quando la BoJ dovrà ridurre il proprio stock di azioni, dopo essere diventato uno dei principali azionisti in molte aziende giapponesi”.

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