Amundi, la raccolta vola a 1,4 miliardi nel trimestre

RACCOLTA A 1,4 MILIARDI NEL TRIMESTRE – Con una raccolta netta nel mese di marzo pari a 700 milioni di euro, Amundi chiude il primo trimestre dell’anno con una raccolta netta pari a 1,4 miliardi di euro. Dalla costituzione della società, avvenuta nel gennaio 2010, per la prima volta le masse in gestione in Italia superano i 40 miliardi di euro e il gruppo si conferma al decimo posto nella classifica degli asset manager redatta da Assogestioni. Fondi aperti, gestioni di portafoglio istituzionali ed ETF hanno contribuito a sostenere il trend di crescita, iniziato per Amundi già nel 2014 con alcune expertise che si sono messe in luce in particolare nel primo trimestre del 2016 come la gestione della volatilità, la gestione monetaria enhanced e gli ETF sui mercati azionari emergenti.

RISPONDERE ALLE ESIGENZE DI UN AMPIO SPETTRO DI CLIENTELA – Alessandro Varaldo, amministratore delegato e direttore generale di Amundi Sgr, commenta: “Il primo trimestre dell’anno è stato caratterizzato da elevata volatilità nei mercati finanziari e dalle incertezze sulla crescita economica. In questo contesto ritengo che l’importanza del nostro dato di raccolta vada oltre il valore assoluto di 1,4 miliardi in tre mesi, perché testimonia la capacità di servire un ampio spettro di clientela, da quella retail a quella istituzionale, anche in condizioni di mercato difficili e con obiettivi differenziati in termini di aspettative di rendimento e di orizzonte di investimento”. Per Varaldo “essere parte del gruppo leader europeo dell’asset management, fra i più importanti a livello mondiale, ci consente di proporre soluzioni di investimento diversificate e innovative. È marcato l’interesse degli investitori professionali per gli investimenti socialmente evoluti di cui Amundi si fa portavoce, quali i portafogli low carbon e le strategie smart beta. Da sempre inoltre siamo riconosciuti dalla clientela retail per le nostra expertise di asset manager obbligazionario globale e ora riscontriamo un ritorno di interesse anche negli investimenti garantiti, come Amundi Protezione 90 e una crescente propensione all’investimento in asset meno correlati, nelle gestioni patrimoniali ad elevata personalizzazione e in ETF. Infine non vanno dimenticati gli investimenti in asset non tradizionali, come real estate e private debt, che rappresentano per Amundi un asse di sviluppo su cui puntare nel mercato italiano”.

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