ATTESO RIMBALZO DELL’INFLAZIONE – “Visto il rimbalzo delle materie prime è ragionevole aspettarsi un rimbalzo degli indici di inflazione (anche quelli più ampi) che porterebbe i livelli nella direzione degli obiettivi auspicati dalle banche centrali e in un territorio più lontano dalla temutissima deflazione. Nel periodo i dati economici che sono stati pubblicati hanno confermato in quasi tutti i paesi industrializzati una debolezza generalizzata che avvalora sempre più uno scenario globale impostato su un livello di crescita moderata ma non recessivo. Le aspettative di crescita sono state riviste leggermente al ribasso anche dal Fondo Monetario che, negli anni scorsi, era sempre stato più ottimista rispetto al consenso. Si conferma anche il tema del rallentamento cinese e più in generale di alcuni paesi emergenti”, aggiunge la nota.
POCHE VARIAZIONI DEI FONDAMENTALI – “Dal punto di vista dei fondamentali ben poco è cambiato. Dopo una breve parentesi siamo tornati a vedere le banche centrali con l’obiettivo di sopprimere la volatilità dei mercati e mantenerne la stabilità complessiva a prescindere dai fondamentali, a costo di sopprimere le differenziazioni qualitative intervenendo direttamente e/o in maniera «occulta» sui mercati. Tutto ciò con la speranza che con il tempo e con mercati azionari sempre più positivi anche l’economia si riprenda. Come dire: la finanza deve condizionare la crescita economica e non viceversa Di una cosa però siamo abbastanza convinti: tra i rendimenti obbligazionari tendenzialmente nulli se non addirittura negativi ed un mondo azionario rappresentato da aziende che, in maniera più moderata, continua a produrre degli utili ed in diversi casi a soddisfare anche gli azionisti, continuiamo a preferire l’equity ai bond, ben consapevoli della volatilità a cui andiamo incontro. Per il medio termine verrà intensificata l’attività di gestione dinamica con strategie di copertura e prese di beneficio dinamiche in un mercato tendenzialmente in trading range”, conclude la nota di Consultinvest.