Consultinvest: indici azionari da inizio anno con il segno meno

INDICI IN CALO – “Da inizio anno la maggior parte degli indici azionari rimane in territorio negativo. Per l’investitore in euro i risultati sono penalizzati anche dalle dinamiche valutarie, visto il progressivo rafforzamento dell’euro verso altre valute”, spiega una nota di Consultinvest, la società guidata da Maurizio Vitolo. “L’indice azionario mondiale( in euro) segna un – 4,59%; in sotto-performance l’Europa con l’indice MSCI Europe a – 8,3% , mentre restano più contenute le perdite per il Nord America con l’indice MSCI North America (in Euro) a -2,53%. Se si guardano gli indicatori maggiormente utilizzati dai risparmiatori come benchmark del risparmio gestito, anche qui prevale il segno meno: l’indice Fideuram fondi internazionali segna un -3,6%, in territorio negativo anche la media dei bilanciati con un -2,44% e flessibili a – 1,68%”

CRESCITA MODESTA – “Sul versante macroeconomico non si intravedono ancora fattori interessanti in grado di produrre un upgrade della crescita economica, che rimane modesta”, sottolinea la nota di Consultinvest. “Come già lo scorso anno e quello precedente, si continua a rimandare alla seconda parte dell’anno la manifestazione di segnali di ripresa. Va detto tuttavia che con il mese di aprile, negli USA, tanto i dati di produzione industriale, ma anche e soprattutto quelli delle vendite al dettaglio hanno registrato un miglioramento; questo fatto è certamente positivo in quanto deriva dal doppio effetto di un dollaro più debole e da un recupero dei prezzi petroliferi che ha aiutato a stabilizzare i mercati. Si rafforza cioè l’idea che, per quanto maturo, il ciclo economico USA non sia in procinto di trasformarsi in una recessione, almeno in assenza di shock esogeni”.

EUROPA ED EMERGENTI – “Sul versante europeo, si possono invece sottolineare gli aspetti positivi prodotti dalla minore pressione fiscale concessa a Francia, Spagna, Portogallo e Italia, come pure il continuo supporto monetario che impedisce la formazione di pericolose crisi creditizie , ad esempio nel settore bancario. In Giappone non è da escludere che la banca centrale possa continuare a fornire ulteriori stimoli di politica monetaria espansiva con un governo pronto a lanciare una nuova manovra espansiva, in modo da presentarsi alle elezioni con un ciclo economico più tonico. Sul fronte dei Paesi emergenti abbiamo storie molto differenti, accomunate dal fatto che in questi mercati la crescita è molto al di sotto del potenziale e sono pochi i Paesi in grado di contare sulla volontà politica di mettere in cantiere le riforme per adeguare le economie domestiche alle mutate condizioni del commercio mondiale. Sono tuttavia diverse le aree, in particolare l’America Latina, in cui le quotazioni delle aziende sui mercati sembrano essere notevolmente compresse rispetto ai fondamentali. Visti i rendimenti sul fronte obbligazionario, in numerosi casi negativi anche su scadenze certamente non di breve termine, strategicamente riteniamo preferibile avere portafogli impostati per stare dalla parte lunga delle azioni, ma tatticamente preferiamo non rincorrere le valutazione del mercato, ben consci che si possa rapidamente scappare verso valutazioni speculative, mantenendo liquidità per aumentare l’esposizione azionaria sulle correzioni. Rileviamo altresì un maggior significato strategico per alcuni mercati emergenti rispetto, sia azionari che obbligazionari, a quelli sviluppati”, conclude l’analisi di Consultinvest.

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