Top Advisor, cosa cambia con la rivoluzione FinTech

LA SFIDA – Provare a costruire un portafoglio virtuale efficace è la sfida con cui si stanno cimentando i concorrenti di Top Advisor, il concorso lanciato da Pictet Asset Management e Fida. Ma negli ultimi tempi il mondo del wealth management sta facendo i conti con l’affermazione dei cosiddetti robo-advisor, i servizi di consulenza effettuati attraverso piattaforme online. Cosa cambia con l’avvento di questi strumenti per chi vuole cimentarsi con la costruzione di un portafoglio efficace? Bluerating.com ne lo ha chiesto a Luca Lodi, responsabile R&D di Fida

La standardizzazione e automatizzazione dei processi garantisce servizi di qualità più elevata poichè, in conformità con quanto richiesto da normative sempre più stringenti in tema di tutela, permette di gestire sistemi complessi di profilazione degli investitori e di realizzazione di portafogli ad essi “adeguati”. I robo-advisor vanno visti come strumenti che talvolta si propongono direttamente agli investitori con portafogli modello, ma nella generalità dei casi sono strumenti per i professionsiti che garantiscono maggior efficienza, qualità ed oggettività delle scelte.

I robo-advisor rappresentano un pericolo o un’opportunità per i consulenti finanziari?
Come detto, molti professionisti e reti distributive si stanno da qualche tempo attrezzando con strumenti collocabili nella categoria dei robo-advisor, con grandi vantaggi in termini di efficienza che permettono loro di concentrarsi nelle attività cui loro possono dare il massimo valore aggiunto, come la relazione con il cliente o la progettazione dell’offerta.

Qual è il valore aggiunto dell’avvento di questi strumenti?
Sono diversi a seconda dei segmenti di mercato. Le soluzioni completamente automatizzate saranno probabilmente un’evoluzione dell’attuale consulenza generica, soddisfacendo esigenze più personalizzate e offrendo risposte più pertinenti a tipologie di clienti che attualmente non trovano un’offerta a loro adeguata. I professionisti potranno trarre invece valore dall’opportunità di gestire un processo, quello di consulenza, sempre più complesso e articolato, che progressivamente non potrà prescindere dalla parziale automatizzazione, con vantaggi anche in termini di costi.

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