Mifid 2, anche Axa Im si farà carico dei costi di ricerca esterna

Anche Axa Investment Manager, la branch dedicata agli investimenti di Axa, si unisce alla schiera degli asset manager che hanno deciso di farsi carico dei costi di ricerca esterna dopo l’entrata in vigore della direttiva Mifid 2. Lo riferisce Finalternatives. La direttiva offre tre alternative ai gestori per il pagamento di questi costi, tra cui la possibilità di attingere al proprio bilancio, opzione scelta da grandi nomi come Unigestion, BlackRock, Deutsche Asset Management, Vanguard, T. Rowe Price e JP Morgan Asset Management. Inoltre, Axa Im ha fatto sapere che si farà carico dei costi di ricerca ovunque nel mondo lo richiedano le regole, non soltanto quindi per i fondi commercializzati nell’Unione europea.

Andrea Rossi, ceo di Axa Investment Manager, ha commentato: “In qualità di manager attivo, la ricerca è al centro del nostro processo di investimento e i nostri gestori sfruttano sia la nostra ampia ricerca interna che quella prodotta esternamente per sviluppare i più efficienti processi di investimento e identificare le migliori fonti di alfa e soddisfare al meglio le esigenze dei nostri clienti. Continuiamo ad impegnarci nella ricerca attiva e, al tempo stesso, abbiamo preso la decisione di assorbire completamente i costi associati alla ricerca esterna che utilizziamo per conto dei nostri clienti.  Riteniamo che questo sia l’approccio più appropriato per ottenere i migliori risultati, essere trasparenti sulle commissioni applicate e servire al meglio gli interessi dei nostri clienti. Nel contesto della Mifid 2 , dal 3 gennaio 2018, Axa Im si assumerà quindi tutti i costi associati alla ricerca, non solo per i mandati  Mifid 2, ma per tutti i fondi e tutti i portafogli clienti a livello globale, nel rispetto delle normative locali”.

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