Consultinvest: algoritmi e robotica, l’ennesima moda finanziaria

FORTI RIBASSI – “Siamo oltre il semestre del 2016 con mercati azionari che nel mentre hanno subito forti ribassi, in particolare a metà febbraio ed a fine giugno all’indomani dell’esito referendario in Gran Bretagna. Tirando le somme di questo primo semestre dell’anno, nonostante l’elevata volatilità dei mercati e dei cambi, l’indice azionario MSCI World in Euro da inizio anno è, seppure leggermente, in territorio positivo”, spiega una nota di Consultinvest, la società guidata da Maurizio Vitolo. “I Paesi emergenti , ritenuti sull’orlo del baratro per il 2016, sono in vetta alle classifiche per performance da inizio anno con l’indice MSCI Emerging Markets (in euro) che segna quasi un +7% e con l’obbligazionario emerging markets, sempre in euro, che supera il +10% da inizio anno. A soffrire di più rimane l’area ero, con l’indice l’Eurostoxx appesantito in particolare dai bancari e finanziari in genere, il cui peso, per capitalizzazione rimane sostenuto negli indici europei”.

DIVERSIFICARE E’ LA PAROLA D’ORDINE – “Ancora una volta si dimostra come la diversificazione degli asset per il tramite del risparmio gestito e la costruzione di asset allocation diversificate – per aree geografiche e asset class decorrelate o a bassa correlazione – premino l’investitore che preferisce allocare i propri investimenti utilizzando fondi di investimento rispetto ad asset allocation concentrate su singoli titoli”, prosegue la nota di Consultinvest. “Nei giorni di maggiore panico sui mercati si è assistito, inoltre, a fughe dai mercati da parte della clientela retail che, spaventata dai forti draw-down, ha disinvestito ogni posizione rimanendo poi fortemente penalizzata in quanto non ha potuto beneficiare degli importanti recuperi che i mercati hanno messo a segno. Il risparmiatore ‘fai da te’ è sempre più la ‘preda’ dei mercati in balia della volatilità: è per questo che la nostra trentennale esperienza ci porta da sempre ad adottare strategie di allocazione degli asset improntate sull’efficiente diversificazione nonché a costruire portafogli per i nostri clienti molto diversificati, in modo da abbattere quanto più possibile il rischio in relazione agli obiettivi di investimento ed orizzonte temporale dei nostri clienti. Un modo che delega ad algoritmi ‘robotizzati’ la costruzione di asset allocation, per noi viene considerata l’ennesima moda finanziaria che purtroppo rischia di arrecare danni ai risparmiatori così come è stato per ogni moda finanziaria che ha caratterizzato le politiche mass market della grande distribuzione nel risparmio gestito”.

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