Investec: con i mercati emergenti serve selettività

L’INFLUENZA DI USA E CINA -“A livello macro, i mercati emergenti sono influenzati dalle due potenze gemelle degli Stati Uniti e della Cina. La situazione dura da molti anni, ma l’esatta natura di questi condizionamenti è cambiata nel tempo. Numerosi mercati emergenti, soprattutto gli esportatori di commodities, sono stati colpiti dal brusco calo della domanda di prodotti di base e di materie prime dalla Cina”, spiega Michael Spinks, co-head of Multi-Asset di Investec Asset Management. “L’impegno della Repubblica Popolare nel riequilibrare la sua economia in favore dei servizi rispetto all’industria pesante e alle infrastrutture ha comportato un rallentamento degli investimenti in asset fissi e nel settore immobiliare, con una crescita anno su anno ridotta dal 25% al 15% di oggi. Riteniamo che questi tassi potrebbero rallentare gradualmente nel medio periodo piuttosto che diminuire bruscamente, poiché la Cina ha eccesso di capacità in numerose aree dell’industria. Per quei Paesi la cui crescita economica dipendeva dall’estrazione di risorse naturali e dalla vendita delle stesse alla Cina, questo rallentamento ha rappresentato un evidente shock economico, che continua, fra l’altro, a frenarne la crescita”.

USA DRIVER MONETARIO – “Per numerosi mercati emergenti gli Stati Uniti, che prima rappresentavano un fattore di stimolo per la domanda e le esportazioni, attraverso il consumo dei loro prodotti sono divenuti un driver monetario: molti di questi Paesi infatti importano la politica dei tassi di interesse USA, guidata dal quantitative easing e caratterizzata da ritmi lenti. In alcuni casi, soprattutto in Asia, questa crescita del credito in eccesso dovuta a fattori monetari ha permesso alle società di accedere più liberamente ai mercati dei capitali a livello globale. Se, come prevediamo, i tassi di interesse inizieranno a crescere negli USA, quelle economie con alti carichi di debito saranno vulnerabili nel prossimo anno. Per affrontare l’impatto del rialzo dei tassi USA e mantenere la competitività, questi Paesi potrebbero accettare un indebolimento della loro valuta rispetto al dollaro americano e tagliare i tassi di interesse”, conclude Spinks.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: