LFdE: crescita mondiale, prime tensioni rialziste sui prezzi

La pubblicazione di molti indici Pmi all’inizio di ottobre ha fornito un quadro di insieme dell’economia mondiale. In ambito manifatturiero, soprattutto, la crescita mondiale evidenzia un trend espansivo generalizzato: in tutti i Paesi i Pmi manifatturieri superano infatti l’asticella dei 50, anche se con ritmi diversi. Il movimento è pero globale e sincrono, e quindi più solido. È quanto sottolinea Olivier De Berranger, chief investment officer di La Financière de l’Echiquier, nel report “Il punto della settimana sui mercati”.

Altra osservazione: “con dei Pmi ben superiori alla media, l’Eurozona è oggi un motore di crescita per l’economia mondiale nel settore manifatturiero in particolare, a 58,1 contro 53,2 per l’indice globale, ma anche per tutte le altre attività (56,7 contro 54,0). A distinguersi sono alcuni paesi. Attestato a 60,6, il Pmi manifatturiero della Germania raggiunge uno dei suoi massimi storici mentre la Francia, a 57,0, registra uno degli sviluppi più importanti del settore servizi dell’Eurozona (superato soltanto dall’Irlanda, a 58,7)”.

A seguito di questa espansione mondiale e coordinata dell’attività economica si osservano le prime tensioni rialziste sui prezzi. “Gli indici dei prezzi, come evidenziano le indagini, dimostrano un’accelerazione di entrambi i settori, anche se – per via dell’aumento delle materie prime – è più sostenuta nell’industria che nei servizi. Il dato si rivela particolarmente interessante, mentre l’andamento dei prezzi e le ripercussioni sulle decisioni in materia di politiche monetarie saranno dei driver importanti per i mercati nei prossimi mesi”.

Negli Stati Uniti, la Camera dei rappresentanti ha votato a favore di una misura che permetterebbe al bilancio 2018 di passare in Senato a maggioranza semplice (51 voti su 100 anziché 60). Questo salverà i repubblicani dal dover negoziare con i Democratici, ma non dai dissensi ancora forti all’interno del loro campo. “Intanto iniziano le speculazioni sul futuro di Janet Yellen a capo della Fed e sui nomi dei suoi successori. Diversi membri della banca centrale statunitense, tra cui Robert Kaplan, presidente della Fed di Dallas, e John Williams, presidente della Fed di San Francisco, si sono dichiarati pubblicamente a favore della continuazione dell’innalzamento dei tassi. Attualmente, i mercati stimano che la probabilità di un aumento in dicembre sia superiore al 73%”.

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