Schroders: per gli italiani la priorità è investire

LA RICERCA – A livello globale, la priorità dei risparmiatori per il prossimo anno è investire sui mercati finanziari, rispetto a mettere i soldi in banca, comprare un immobile, spendere (ad esempio per vacanze o automobili) o ripagare un debito. E gli italiani sono al primo posto nell’Eurozona in questa speciale classifica. È questo uno dei principali risultati di Schroders Global Investor Study 2017, ricerca condotta su oltre 22mila investitori in 30 Paesi. Il 26% dei 1003 intervistati italiani ha dichiarato che investire in strumenti finanziari, siano essi azioni, obbligazioni o commodity, è la priorità chiave per il prossimo anno, quando pensano a come utilizzare gli eventuali risparmi (il reddito disponibile al netto delle spese).

INVESTIRE PRIMA DI TUTTO –  Pensando al reddito disponibile l’anno prossimo, la prima scelta per gli investitori in tutto il mondo è quella di investirlo: ben il 23% degli intervistati infatti si dice pronto a comprare azioni, obbligazioni, materie prime e simili. Una percentuale che per l’Italia come anticipato sale al 26%. La seconda priorità a livello globale è risparmiare (20%), mettendo la somma in banca (16%) o tenendola liquida a casa (4%), nonostante gli interessi bassissimi o addirittura nulli. Ripagare un debito (incluso un mutuo) è al primo posto solo per il 9% degli intervistati globali, probabilmente a causa del basso costo del denaro. Tuttavia, a livello internazionale, i risparmiatori hanno aspettative di rendimento dagli investimenti eccessive. Anche in questo caso, le risposte degli intervistati italiani dimostrano però che il loro approccio “conservativo” paga: sono proprio gli italiani infatti gli investitori più realistici a livello globale. La ricerca di Schroders ha mostrato infatti che, per i prossimi cinque anni, gli investitori globali si aspettano un ritorno annuale medio del 10,2% (8,7% in Europa, 11,7% in Asia e 11,7% nelle Americhe), nonostante l’indice MSCI World abbia registrato un ritorno annuo del 7,2% negli ultimi 30 anni1. Gli investitori italiani sono gli unici al mondo con attese più realistiche: il 7,2% medio atteso in Italia è persino leggermente inferiore alla performance dell’MSCI World Index.

TECNOLOGIA, IN ITALIA ANCORA TANTA STRADA DA FARE –  Oltre alle buone notizie per i risparmiatori italiani – i più pronti a investire un eventuale reddito disponibile tra quelli dell’Eurozona e con le più realistiche attese di rendimento – l’indagine di Schroders segnala anche un’area di miglioramento: l’approccio alla tecnologia. Infatti, alle domande focalizzate sul rapporto con la tecnologia nella vita di tutti i giorni, la maggior parte degli investitori a livello globale mostra grande dimestichezza: il 76% usa spesso/sempre supporti tecnologici per gestire il proprio conto corrente, il 65% per gestire i propri investimenti, il 62% per prenotare le vacanze, il 60% per sceglierli. Gli investitori italiani segnalano risposte abbastanza in linea sul fronte della gestione del conto corrente (il 71% usa strumenti tecnologici in questo ambito spesso/sempre) e della prenotazione delle vacanze (63%). Ma quando si parla di investimenti, il campione italiano è ancora indietro rispetto ai risultati globali ed europei: c’è ancora strada da fare. Solo poco più della metà dei rispondenti italiani (53%) gestisce infatti spesso/sempre i propri investimenti usando strumenti tech, rispetto al 65% globale e al 61% europeo; e solo il 50% si avvale spesso/sempre della tecnologia per scegliere dove e come investire, rispetto al 60% globale e al 55% europeo. Schroders Italia ha poi approfondito questo ambito, indagando specificamente il sentiment degli oltre 1000 intervistati italiani nei confronti delle innovazioni tecnologiche che stanno facendo il loro ingresso nella vita di tutti i giorni e che potrebbero potenzialmente rivoluzionarla, come la realtà virtuale e aumentata, le auto a guida autonoma, l’utilizzo dei droni per le consegne o il primo soccorso. Il 55% degli investitori italiani si dice intrigato da queste novità, ritenendo che potrebbero essere ancora lontane nel tempo, ma anche che gradualmente diventeranno abitudini. Il 14% è addirittura entusiasta di “una rivoluzione che migliorerà le nostre vite”. Solo il 31% degli italiani teme questi cambiamenti, ritenendo che la tecnologia possa assumere un ruolo prevalente rispetto agli esseri umani.

 

 

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