Kirkpatrick (Seix Investment Advisors): “Perché puntare sull’high yield”

Un fondo che offre la possibilità di investire in un’asset class dalle grandi opportunità: è Oyster Global High Yield di Syz Asset Management, gestito dall’asset manager statunitense Seix Investment Advisors, attivo nell’asset class dal 1997. Seix gestisce aum per circa 27 miliardi di dollari attraverso un team di 73 persone, di cui 42 professionisti dell’investimento. Michael Kirkpatrick, managing director e senior portfolio manager di Seix Investment Advisors, illustra nel dettaglio a Bluerating.com le caratteristiche del fondo e dell’asset class.

Qual è l’approccio di investimento di Oyster Global High Yield?

In Seix Investment Advisors noi adottiamo un processo bottom-up, con un approccio all’investimento di tipo contrarian. Del nostro team fanno parte nove esperti di industria e cinque trader; quando abbiamo costruito il nostro team, abbiamo cercato esperti del settore industriale, e in alcuni casi i nostri analisti hanno anche lavorato nelle aziende che attualmente seguono. Crediamo che questo fatto dia loro la possibilità di analizzare le società da una prospettiva unica. Inoltre, noi vogliamo che i nostri analisti passino molto tempo all’interno delle aziende, in modo da conoscere a fondo i manager e capire bene come funziona il business. Il nostro processo è quindi bottom-up: il lavoro degli analisti consiste nel determinare se gli investimenti si adattino a questo processo, che si basa su cinque principi fondamentali.

Quali sono?

Il primo è la protezione dell’asset: i nostri analisti sono molto bravi a identificare le compagnie su cui puntare, e così possiamo rimediare velocemente anche in caso di errori. Il secondo principio è il fatto che noi cerchiamo aziende che generino flussi di cassa, e che li usino per reinvestirli nel business o per ridurre il debito. Il terzo principio riguarda il management: noi vogliamo investire in società guidate da manager onesti e capaci. Quarto, noi vogliamo investire in società che abbiano la capacità di differenziarsi dalle altre dal punto di vista competitivo, e quinto: cerchiamo società che abbiano la possibilità di accedere alla liquidità anche in periodi difficili, che abbiano quello che si può definire un margine di sicurezza. Il nostro processo di investimento è stato testato attraverso situazioni di mercato molto complesse, come la crisi finanziaria, il downgrade del rating degli Usa nel 2011, il taper tantrum del 2013 e la crisi energetica del primo trimestre del 2016.

Per quale motivo un investitore europeo dovrebbe scegliere di puntare sull’high yield in questo momento e nei prossimi mesi?

L’ultima volta che sono stato a Milano era l’inizio del 2016, all’epoca credevo fosse il miglior momento per investire in high yield dalla crisi finanziaria, da una prospettiva absolute return, e avevo ragione. Tornando qui oggi penso che il discorso debba concentrarsi sul modo in cui l’asset class dell’high yield debba essere inserita all’interno di un portafoglio in cui sono presenti anche altre asset class. La correlazione con i tassi dei Treasury è molto bassa, a causa del normale trend di aumento dei tassi in un’economia che sta migliorando. E un’economia in miglioramento apporta benefici alle aziende che emettono il debito. C’è una correlazione maggiore tra l’high yield e le azioni. Nei prossimi mesi crediamo che sia opportuno adottare una posizione difensiva. Noi utilizziamo un processo di selezione del credito attraverso il quale cerchiamo di identificare i bond sottovalutati, specialmente nel settore dell’energia, in cui prevediamo di trovare valore. Crediamo che quello attuale sia un buon momento per avere parte del portafoglio investito in high yield.

 

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